De André stupisce
il Casinò di Campione

Ottimo concerto: una scaletta che non ha deluso gli amanti di De André padre e quelli del De Andrè di oggi

Applausi per Cristiano De Andrè sabato nel Salone delle Feste del Casinò Campione d’Italia. Una scaletta che non ha deluso gli amanti di De André padre e quelli del De Andrè di oggi.

Un’ora e mezza di concerto e venti brani per un sali e scendi di emozioni che l’autore ha definito “condivisioni”, perché l’obiettivo del suo tour è proprio quello di portare sul palco sensazioni da condividere con il pubblico, anche ricordando e, in molti casi, attualizzando i successi del padre con ritmi e sonorità più potenti e, perché no, più rock, fino a sfiorare il punk come ne “Il pescatore”, brano che ha chiuso il concerto come acclamato bis.

Perché, in fondo, come ha dichiarato lo stesso cantautore, l’obiettivo è anche di far condividere e far conoscere la musica di suo padre ai più giovani, a chi oggi è adolescente e forse ha un orecchio ancora tutto da educare alla buona musica.

Cristiano ha aperto l’esibizione con “Nel bene e nel male” per poi lasciare spazio a gemme paterne come “Creuza de mä”, “Quello che non ho” e “Fiume Sand Creek”.

Convincono l’agilità e la padronanza tecnica di tutti i componenti della band – Osvaldo Di Dio alle chitarre, Massimo Ciaccio al basso e Davide Devito alla batteria – ma è De André che stupisce quando dopo avere lasciato la chitarra o la tastiera imbraccia il violino per “Il mio essere buono”, “Smisurata preghiera” e “Vivere”. Gran finale con pubblico in piedi sotto il palco ad applaudire e cantare.

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