Ferradini: «Un nuovo Teorema
in difesa delle donne»

Questa sera con la figlia Charlotte a Como per una serata d’onore e la presentazione del nuovo disco “L’Uva e il Vino”

Un disco nuovo e ispirato, intitolato “L’Uva e il Vino”, registrato negli studi Auditoria Records di Fino Mornasco, che arriva dopo circa cinque anni dalle sue ultime pubblicazioni. Una serata d’onore, quella in programma oggi, mercoledì 11 dicembre, all’Officina della Musica di via Giulini 14 a Como (inizio ore 21, ingresso a 15 euro), durante la quale si racconterà, presenterà gli inediti e duetterà con la talentuosa figlia Charlotte.

La cordiale disponibilità, la bravura e la professionalità di un artista comasco dall’anima universale, che nel corso degli anni ha saputo rinnovarsi, rimanendo ancorato alle sue radici, ma con uno sguardo aperto e curioso sul mondo. Tutto questo e molto di più risponde al nome di Marco Ferradini, uno dei cantautori comaschi più noti e amati del panorama nazionale, che in questi giorni sta promuovendo l’uscita del suo nuovo album.

Partiamo dal titolo. Come mai “L’Uva e il Vino”?

Il titolo ha una doppia valenza: all’interno di questo disco c’è una mia fotografia del 1972, che mi ritrae mentre cammino per le strade di Londra, sbarbato, senza baffi e con i capelli lunghi. Questa è l’uva, il giovane artista. Poi c’è il vino, l’artista che dopo tante peripezie ed esperienze ha raggiunto la maturità. Inoltre, la title track inserita nell’album è, se vogliamo, la continuazione di “Teorema”, una canzone dedicata all’atteggiamento contradditorio e rivoluzionario che è tipico delle donne, quel loro essere in continua trasformazione che, spesso, manda in confusione gli uomini.

Anche nel brano “La 500 e l’astronave” si affronta questa dicotomia tra maschile e femminile, con un messaggio legato alla violenza di genere.

Si tratta di dualità di cervelli: il cervello maschile è come una vecchia 500, con due leve che funzionano sempre nello stesso modo, quello femminile è come la cabina di pilotaggio di un Boeing 747, pieno di luci e comandi che non si sa bene come manovrare. Il brano contiene una forte denuncia contro la violenza sulle donne: ci sono uomini che si lasciano affascinare da tutto questo, altri, purtroppo, che non sanno capire e usano diverse forme di violenza, proprio perché non conoscono un altro linguaggio.

Questo album arriva dopo cinque anni dalle ultime pubblicazioni. Cos’è successo in tutto questo tempo?

Le canzoni contenute in questo album sono state scritte in questo periodo, non ho mai smesso di suonare né di insegnare musica d’insieme in diverse scuole. Inoltre, ho lavorato molto insieme a mia figlia Marta (in arte Charlotte), anche lei prossima all’uscita di un disco.

Nel nuovo album figurano tre duetti insieme a Charlotte.

Com’è lavorare con la propria figlia?

Sono diversi anni che, oltre a lavorare, ci esibiamo insieme. Siamo abituati a confrontarci costantemente, discutere e, a volte, anche a litigare. Siamo sempre in continua evoluzione e devo dire che è davvero bello e arricchente.

Che tipo di sonorità si riconoscono in questo nuovo lavoro?

Sono partito dal presupposto che quando uno ha una voce particolare deve far in modo che tutto il resto le dia risalto e sia in sintonia con essa. Non è un lavoro facile, sicuramente. A me piacciono molto le chitarre acustiche, le atmosfere californiane e il pianoforte, strizzando anche l’occhio all’elettronica, ma sempre in funzione della voce, senza mai esagerare. Questo disco è suonato tutto dal vivo da un sacco di musicisti bravissimi, senza l’utilizzo di suoni campionati. Ogni canzone è frutto di studio, lavoro, fatica e molto tempo, ma sono piuttosto soddisfatto del risultato.

Quali sono le tematiche affrontate in queste undici nuove tracce?

Le tematiche spaziano dal personale al sociale, il filo conduttore sono l’esperienza e le storie che ho vissuto e incontrato. Da “Le parole” che spesso non riescono a raccontare i sentimenti a “Via Padova”, la strada milanese in cui ha vissuto negli anni Ottanta, da “Pane” che affronta il tema della fortuna o sfortuna a nascere in una parte o l’altra del mondo a “Sai che cosa c’è”, otto minuti di personale e sentito sfogo personale “di pancia”, fino a “Buona Stella”, un brano dedicato al Natale.

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