«Il nostro sogno
tra Borges e Calvino»

Il regista argentino Carlos Branca presenta lo spettacolo “Sueño que duermo” con Carlos Belloso in scena questa sera a Capiago Intimiano

Carlos e Carlos: Branca e Belloso, regista il primo e attore il secondo, entrambi argentini, uniti dall’amicizia e dalla passione. Insieme hanno realizzato un progetto, lo spettacolo “Sueño que duermo (Sogno che dormo). Tecniche semplici per viaggiare al di fuori del corpo”: stasera, sabato 22 febbraio, alle 21 andrà in scena al Teatro Auditorium San Giovanni Bosco a Capiago Intimiano (Como), dopo le date di Trieste, Roma, Bologna, Ferrara, Parma e Barcellona.

Protagonista un visionario, il Personaggio - interpretato dall’attore pluripremiato Carlos Belloso - insieme al suo alter-ego femminile e alla moglie: un essere fisico ma anche spirituale, che prova ad osservare la realtà. Un omaggio a Borges e Calvino, come racconta il regista Carlos Branca: nato a Buenos Aires, dove si è laureato in Legge, si è poi diplomato alla Scuola di Teatro di Buenos Aires diretta da Raul Serrano e con lui ha collaborato a numerosi progetti. Dopo aver studiato Regia di opera lirica nell’Instituto Superior de Arte del Teatro Colón è diventato direttore di teatro, di opera lirica, docente ed attore a sua volta, ed è in Italia dal 2006.

Come è nata l’idea di “Sueño que duermo”?

Lo spettacolo è frutto prima di tutto di un’amicizia e di due sentieri che si sono mantenuti vicini nonostante la lontananza e l’Oceano Atlantico a dividerli. Io da quindici anni vivo a Bologna, ma lavoro spesso anche in Argentina e con Carlos Belloso - uno dei migliori attori argentini, impegnato anche in tv (uscirà tra poco una nuova serie girata per Netflix in cui lui recita) - ci conosciamo dai tempi del teatro underground e pop dei primi anni Ottanta. Dopo il periodo militare c’era tanta voglia di fare e di farsi sentire e tuttora in Argentina c’è tanto teatro di tutti i tipi: civile, commerciale, underground, “off”. A Buenos Aires si possono trovare anche cinquecento spettacoli contemporaneamente, perché c’è tanto pubblico. Da anni dicevo al mio amico che avremmo dovuto fare qualcosa insieme: abbiamo iniziato a lavorare allo spettacolo di lunedì, il giorno libero dagli impegni che, normalmente, riempiono gli altri giorni della settimana. Abbiamo tenuto il giorno di riposo per lavorare alle nostre idee, caratterizzate dall’investigazione personale e dai desideri che prendono forma. Lui mi ha proposto un omaggio a Calvino, io ho rilanciato con Borges: per una casualità abbiamo trovato una foto che li ritrae insieme, abbiamo unito gli spunti e lavorato con la quantistica. Il risultato è uno spettacolo denso di amore, qualcosa che non si è ancora visto, comico ma che ci ha fatto molto riflettere realizzandolo e che fa riflettere sul senso della vita: il sottotitolo è interessante e apre a molte interpretazioni.

Qual è stato il riscontro, finora?

La risposta del pubblico è stata entusiasta, a Bologna e Ferrara abbiamo fatto il tutto esaurito. Come dicevo, è uno spettacolo che fa riflettere gli spettatori, anche a distanza di giorni. Sul palco si sprigiona la grande energia delle due straordinarie attrici Ileana Jaciw e Rosanna Pavarini e di Carlos, sul quale lo spettacolo è cucito: da grande professionista, ha imparato tutto il testo in italiano, anche se per lui era la prima volta in Italia; di fatto è anche un omaggio alla nazione che per me è diventata una seconda casa e che per lui è la patria di Calvino, autore che ha studiato e di cui è appassionato. Negli altri Paesi in cui va in scena è sottotitolato: a Parigi in francese e a Barcellona in spagnolo.

Avete altre date in programma? Dato il grande successo, pensate di portare avanti nuovi lavori insieme?

A brevissimo, il 26 e 27 febbraio, saremo a Parigi: il tour che abbiamo organizzato è stato decisamente intenso, anche per via degli impegni che gli attori avevano: nella gran parte dei teatri lo spettacolo è stato presentato fuori cartellone, a stagione chiusa. Abbiamo però già in programma di portarlo in giro anche l’anno prossimo con una tourneè più ampia e strutturata: l’ho proposto anche ad amici che si trovano in Argentina, vedremo. Naturalmente, poi, vorremmo pensare anche ad altri progetti.

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