«Il più grande e pop: scopriamo Morricone»

Giacomo Loprieno dirigerà la Ensemble Simphony Orchestra questa sera per il finale del Festival “Como città della musica”

Gran finale del Festival “Como città della musica” dedicato al “Maestro” per antonomasia della musica italiana, quell’Ennio Morricone che ci ha lasciato due anni fa dopo una lunga carriera che lo ha visto innalzare la musica per il cinema al livello delle grandi composizioni classiche fino a essere considerato, a ragione, uno dei più grandi compositori a cavallo tra Ventesimo e Ventunesimo secolo. Ma al fianco delle sue partiture più celebri, a iniziare da quelle, immortali, per le pellicole di Sergio Leone, si annoverano tantissime pagine meno note ed è anche a quelle che è dedicato un programma intitolato, appunto, “Alla scoperta di Morricone” che vedrà impegnata sul palco dell’Arena del Teatro Sociale stasera, domenica 17 luglio, alle 21.30 la Ensemble Symphony Orchestra diretta da Giacomo Loprieno, responsabile di questo progetto portato a Como in collaborazione con MyNina Spettacoli (biglietti di I area a 36 euro, di II area a 26 euro).

Un progetto nato prima della scomparsa del Maestro.

Sì, noi arriviamo da quattro anni di tournée trionfale con “The legend of Morricone”, dove proponevamo le musiche più belle e celebri.

Un recital arrivato anche a Como tre anni fa.

Esatto, ma, nel frattempo, ne abbiamo riscoperte molte altre, non solo le colonne sonore, ma anche musica sinfonica, oppure scritte per il teatro. Quindi si tratta di un “sequel”, per mantenere il parallelo con il cinema.

Nello spettacolo non c’è solo musica.

Sì, la voce di Andrea Bartolomeo permetterà di inquadrare questi brani, soprattutto i meno noti, ma anche pezzi che oggi i più giovani conoscono senza avere mai visto il film per cui erano state scritte. Poi abbiamo un ospite dcome Attila Simon, violinista del Cirque du Soleil che eseguirà l’assolo di “Love affair”.

Morricone ha un pubblico trasversale.

Assolutamente, dai venti ai settant’anni. C’è chi si commuove rivivendo le emozioni di quei film, di quelle musiche che ha ascoltato per la prima volta quando sono uscite, invece i ragazzi le hanno scoperte in mille modi, grazie ai social, oppure per l’uso che ne ha fatto Tarantino. Morricone è l’artista più “pop” che abbiamo in Italia, proprio perché è sempre popolarissimo.

In programma ci sono anche alcune canzoni.

Sì, grazie alla straordinaria voce di Anna Delfino proporremo quelle scritte per “Sacco e Vanzetti”, in origine affidate a Joan Baez, ma anche quelle scritte per Dulce Pontes. Questo è un aspetto che ci piacerebbe esplorare maggiormente in futuro, perché negli anni Sessanta ha scritto per Mina, ma anche per altri autori e poi ci sono i suoi arrangiamenti che, in pratica, riscrivono una canzonetta magari semplicissima elevandola a capolavoro, penso ad “Abbronzatissima”, ad esempio.

Qual era la particolarità di Morricone?

Era un profondo conoscitore della musica, proveniva da una famiglia di musicisti, conosceva gli strumenti, le loro possibilità e non aveva paura di sfruttarli anche in modo inusuale, incontrando la collaborazione di tanti bravissimi collaboratori. Non era facile convincere degli orchestrali dell’epoca a fare il verso del coyote con gli strumenti e con le voci, eppure capivano di stare partecipando a qualcosa di innovativo

Il docufilm “Ennio” di Giuseppe Tornatore ha contribuito a conoscere ancora di più l’anima del compositore.

Mi sono emozionato vedendolo, come penso sia accaduto a tutti. Il pubblico ritrova il grande compositore e scopre la genesi delle musiche che ama. Il musicista, che conosce le difficoltà di questo mestiere, si emoziona nello scoprire anche le fragilità, i ripensamenti, ma anche la capacità di guardare sempre avanti. E anche questo progetto va avanti: ci piacerebbe farlo diventare, appunto, sempre più “pop”, più vicino alla gente.

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