In rassegna le donne del “no”
Cinema da Ipazia a Rosa Parks

Como: all’Insubria da stasera un ciclo di proiezioni dedicato a significative figure femminili - La prima pellicola è “Agorà” di Alejandro Amenábar, interpretato da Rachel Weisz

È dedicata a “Le disobbedienti - Le Antigoni nella Storia” la nuova edizione della rassegna cinematografica dell’Università degli Studi dell’Insubria che si aprirà stasera, mercoledì 16 ottobre, nell’Aula S.0.6. nel Chiostro di Sant’Abbondio alle 20.30 da “Agorà”, il film che Alejandro Amenábar ha dedicato alla figura della matematica, astronoma e filosofa greca-alessandrina Ipazia, interpretata da Rachel Weisz, la prima di «quelle donne che nella piccola, così come nella grande Storia, sono riuscite a dire un piccolo o grande no - spiegano i curatori Barbara Pozzo e Alberto Cano che introdurranno anche la serata assieme a Olivia Caramello, docente dell’Insubria – Una figura e una storia rimasti nascosti per evidenti motivi religiosi, da una parte per nascondere i massacri e le ingiustizie commesse dai proto cristiani in epoca tardo antica, dall’altro per occultare una singolare figura di donna che con la sua intelligenza ed il suo fascino sfidò le ortodossie del suo tempo». Gli altri titoli in programma sono tutti preziosi e da recuperare, come “Io danzerò” di Stéphanie Di Giusto (20 novembre), incentrato sulla figura di Loïe Fuller, oggi dimenticata regina del teatro a cavallo tra XIX e XX secolo, apertamente, scandalosamente omosessuale. Con “La rosa bianca” (11 dicembre), Marc Rothemund non ci parla di una sola donna, ma del movimento studentesco tedesco che diede vita a una coraggiosa lotta intestina contro il Reich. “La lunga strada verso casa” (22 gennaio) è quella che Rosa Parks percorre nel film di Richard Pearce che racconta la storia del movimento per i diritti civili negli Usa della segregazione. Un recupero d’epoca con “La moglie più bella” (19 febbraio), film di 50 anni fa con cui Damiano Damiani raccontava una ragazza siciliana che si opponeva ai costumi della famiglia e di un’intera regione (protagonista un’indimenticabile Ornella Muti). “Una giusta causa” di Mimi Leder (18 marzo) fotografa Ruth Bader Ginsburg, giurista, magistrato, giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti, donna che si è battuta in prima linea per abbattere certe barriere che impedivano alle altre donne di raggiungere una reale parità, soprattutto per quanto riguarda i ruoli nel mondo del lavoro e la retribuzione. “Mustang” di Deniz Gamze Ergüven (22 aprile) è paradigmatico: in un villaggio costiero turco delle ragazze festeggiano la fine dell’anno scolastico in spiaggia con un gruppo di studenti maschi e lì giocano, completamente vestite, a combattere in acqua a cavalcioni sulle spalle dei maschi. La notizia dello “scandalo” viene immediatamente comunicata alla loro nonna che le castiga, ma la punizione più dura arriverà dallo zio che decide di chiuderle in casa. Per sistemare ancor meglio le cose si dà il via alla ricerca di possibili pretendenti per matrimoni combinati che restituiscano alla famiglia l’onorabilità.

L’ultimo titolo, “Due giorni una notte” di Jean – Pierre e Luc Dardenne (20 maggio) è durissimo, perché si parla di licenziamento, perché mostra una donna che perde il lavoro nell’indifferenza di tutti i colleghi. L’ingresso alle proiezioni è libero.

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