Kerouac e Aspromonte
Sul lago premi
a storie di coraggio

A Villa Olmo l’atto finale del Concorso di letteratura “Città di Como” - Giorgio Albonico: «Aiutiamo il turismo culturale»

Una Villa Olmo al gran completo ha accolto ieri la cerimonia conclusiva della sesta edizione del Premio Internazionale di letteratura “Città di Como”. La premiazione si è svolta davanti ad un pubblico numerosissimo, che ha affollato entrambe le sale del piano terra, e alla presenza di Giorgio Albonico, ideatore e organizzatore del premio, dei membri della giuria Francesco Cevasco e Pierluigi Panza, giornalisti del Corriere della Sera, Laura Scarpelli, editor, Flavio Santi, giallista e docente all’Università dell’Insubria e Armando Massarenti, filosofo e giornalista, oltre che dell’avvocato Marcello Iantorno e del giornalista Lorenzo Morandotti.

«Volevo ringraziare tutti i presenti – ha dichiarato in apertura Albonico - i componenti della giuria e soprattutto i nostri attenti lettori, sparsi in tutta Italia. Sono dispiaciuto per il mancato arrivo di alcuni giurati, bloccati a causa del traffico o per altri problemi personali, ma so che avrebbero voluto esserci in questo momento così importante. La composizione della sala mi fa pensare che siamo sulla strada giusta per dare una spinta positiva al turismo culturale, al centro del quale deve esserci necessariamente la persona nella sua unità, non solo come soggetto produttore di Pil. Ogni anno il premio assume maggiore importanza e prestigio, sta aumentando in numeri e spessore qualitativo e le opere che giungono sono sempre di ottimo livello. Tutto questo serve sicuramente a dare lustro, oltre che al comitato organizzativo, anche e soprattutto a chi vince».

Prima della presentazione ufficiale di tutti i finalisti è stata comunicata la vittoria di Carmelo Musumeci che, con il suo “Nato colpevole”, si è aggiudicato il premio speciale riservato a persone in regime di detenzione, «Un modo per dare voce a chi voce non ha», come ha sottolineato l’avvocato Iantorno, referente per gli scritti provenienti dagli istituti penitenziari di tutto il paese.

Ospite speciale della giornata è stata la giornalista Tiziana Ferrario, volto storico del Tg1, che ha presentato il suo libro dal titolo “Orgoglio e pregiudizi. Il risveglio delle donne ai tempi di Trump”, incentrato sugli stereotipi femminili e maschili dell’odierna società americana. Il primo premio per la sezione narrativa edita è andato a “Via dall’Aspromonte” di Pietro Criaco, il riconoscimento per il miglior romanzo storico è stato assegnato ex aequo a “La Sfida” di Carlo Patriarca e a “Elena di Sparta” di Loreta Minutilli, per il miglior romanzo fantasy a “L’ultimo carnevale” di Paolo Malaguti, per il miglior thriller a “Notturno salentino” di Federica De Paolis, per il miglior romanzo d’avventura a “Marco Polo” di Gianluca Barbera, per il miglior romanzo per ragazzi a “Cattive memorie” di Fulvia Degl’Innocenti e per la migliore opera teatrale a “Mia Divina Eleonora” di Daniela Musini. Il premio speciale della giuria per l’opera biografica è stato conferito a “La dolce vita di Fraka” di Gianpietro Olivetto, quello per il giornalismo di viaggio è andato a “I cannibali di Mao” di Marco Lupis e quello per la manualistica a “Oracolo manuale per scrittrici e scrittori” di Giulio Mozzi. Sofia Nanu ha vinto il primo premio per la narrativa inedita con il suo “Ty Yean” ispirato alle opere di Kerouac, la sezione multimediale è stata vinta da Luciana Petti con “I facchini di Santa Rosa” e Andrea Peirone con “La Gabbia Dorata” si è aggiudicato il primo posto nella sezione racconto.

La sezione opera viaggio ha visto la vittoria di Lorenzo Merlo con “Essere Terra. Viaggio verso l’Afghanistan”, la sezione Opera prima è stata vinta ex aequo da “Partigiano in camicia nera. La storia vera di Uber Pulga” di Alessandro Carlini e “La radice quadrata della vita” di Lorella Carimali, mentre il riconoscimento più alto per la sezione saggistica è andato a “Scintille” di Federico Pace. Il premio per il miglior saggio di divulgazione scientifica è andato a “L’alfabeto della materia” di Silvano Fuso, per il miglior libro di inchiesta ex aequo a Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni per “Nella Setta” e a Pablo Trincia per “Veleno”, per la sezione opera dall’Estero o tradotta a “Il capitano di Bastur” di Claudio Alvigini e a “Fine precoce del giovane D.S.” di Giuseppe Curonici, per la sezione poesia inedita a Gianluca Chierici e per quella edita a “Il moto delle cose” di Giancarlo Pontiggia.

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