Le farfalle immaginarie
Al Carducci il dramma dell’Alzheimer

Como: questa sera nel Salone Musa una pièce dedicata al delicatissimo tema della malattia - Miriana Ronchetti, autrice e interprete, racconta una storia personale ma che parla a tutti

È dedicato al non facile e diffuso problema del morbo di Alzheimer e alle sue conseguenze, non solo sui malati, ma anche sui loro cari, lo spettacolo “Come farfalle… Quando la vita diventa un volo!”.

Va in scena, questa sera, alle 20.30, nel Salone Musa dell’Istituto Giosuè Carducci di Via Cavallotti, 7 a Como. Per la stagione “Variazioni di stile. ‘900, secolo di passioni” è in programma la pièce teatrale scritta da Miriana Ronchetti, che, con delicatezza e la consueta sensibilità, ci racconta una storia personalissima, in cui però molti, tra il pubblico, potranno ritrovare le vicende di propri congiunti che, nella fase più matura della vita, si sono trovati a fronteggiare una malattia insidiosa e senza appello che ruba i ricordi e l’identità costruita in una vita intera.

Ronchetti, anche interprete sul palco, insieme a Manuela Luvrano, (non vanno poi dimenticati i contributi vocali di Alessandro Quasimodo e Anna Scialoja) non vuole però lanciare un messaggio di desolazione e dolore. Anzi. “Come farfalle” vuole raccontare soprattutto, con toni poetici e aerei, una storia d’amore, un modo diverso e affettuoso di ricostruire la relazione, nonostante le devastazioni causate dall’Alzheimer.

Sul palco si racconta la vicenda di una donna che, ad un tratto, comincia a perdere la memoria, a tralasciare impegni e abitudini, per inseguire farfalle, che solo lei vede. Il marito e la figlia sono smarriti e inizialmente reagiscono con sconforto e irritazione di fronte alle “stranezze” della loro moglie e madre.

I rimproveri e le arrabbiature però non servono a nulla e peggiorano la situazione, creando solo tensione ed influenzando ancora in peggio il morale della incolpevole malata. La figlia decide quindi di imboccare un’altra strada, fatta di accettazione, di condivisione, di annullamento del tempo ordinario, per trovare un modo nuovo per comunicare, una complicità che inverte i ruoli ma mantiene intatto il legame tra madre e figlia. Non c’è, in fondo, un’unica regola per vivere la vita e si può lasciare spazio alla fantasia, ad un modo alternativo di vivere il tempo e soprattutto all’affetto, che supera ogni barriera. Lo spettacolo commuove e fa riflettere su demenza senile e il morbo di Alzheimer, problema presente in tanti nuclei familiari ma affrontato spesso in solitudine. Dopo l’appuntamento di stasera, la rassegna di prosa del Carducci avrà un’ultima ma importante data, il 28 marzo.

Questa volta sarà uno spettacolo che riguarderà da molto vicino la storia della importante istituzione culturale comasca. Andrà in scena “Quel Matt de Comm. La Bellezza al popolo”. Lo spettacolo vuole essere un omaggio a Enrico Musa, fondatore dell’Istituto Carducci. Verrà ripercorsa la storia di un grande uomo che credeva nella cultura come strumento di elevazione sociale e di riscatto per tutti. Per tutti gli spettacoli, l’ingresso è libero per i soci dell’associazione Carducci mentre c’è un contributo volontario per gli altri spettatori. Info: 031/267365 e www.associazionecarducci.it.

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