Leotta e le sonate di Schubert
«Sfida musicale dettata dal cuore»

Da ottobre al Sociale di Como quattro serate dedicate all’integrale del pianista comasco - Iniziativa presentata in Comune: parte del ricavato andrà all’associazione “Comocuore”

«È un corpus di sonate raro e prezioso, raramente eseguito dal vivo nella sua interezza: recentemente lo ha proposto solo Daniel Barenboim alla Scala, ma anche in grandi città come Kyoto, dove l’ho interpretato, non erano mai state eseguite tutte prima».

Parola di Christian Leotta, pianista notissimo per la sua “integrale” di Sonate beethoveniane, in questo caso alle prese con un altro gruppo di brani pianistici importanti, le undici sonate di Franz Schubert che risuoneranno a duecento anni dalla loro composizione al Teatro Sociale di Como in quattro occasioni: il 1° ottobre, il 3 novembre, il 9 dicembre e il 13 gennaio.

Un progetto presentato in Comune di Como alla presenza del sindaco Mario Landriscina, dell’assessore alla cultura Carola Gentilini e del presidente della commissione cultura Franco Brenna che hanno concesso a Leotta l’utilizzo della massima sala cittadina in quattro delle occasioni riservate all’amministrazione. Per tanti anni presidente dei Palchettisti, Francesco Peronese è intervenuto per Comocuore, associazione a cui andrà parte del ricavato, finalizzato, naturalmente, alle attività dell’associazione, quelle di informazione, prevenzione e pronto intervento.

Presentando il ciclo, sostenuto dalla Fondazione provinciale della comunità comasca, rappresentata da Nicola De Agostini, Leotta ha sottolineato la difficoltà di questo ciclo di sonate: «Da tempo volevo impegnarmi, ma ritenevo di non essere ancora pronto. E lo studio è continuo: questa integrale sarà differente da quella eseguita in Giappone. Schubert è morto giovanissimo, aveva solo 31 anni, eppure aveva già raggiunto una maturità compositiva piena. Ha vissuto gran parte della sua vita, come tutti i compositori di quel periodo, all’ombra di un genio riconosciuto come Beethoven. Con Mozart e Haydn prima di lui, con lo stesso Beethoven e proprio con Schubert la forma – sonata raggiunge il suo apice. Autori successivi come Schumann, Liszt e Chopin hanno certo dato il loro grande contributo, ma hanno rispettato il segno tracciato. E in questo gruppo di compositori che erano anche gradi pianisti, Franz Schubert è unico, perché scriveva a tavolino, non era uno strumentista. Questo costringe il pianista a soluzioni inusuali, che certi studiosi ritengono perfino impossibili. Io, invece, intendo rispettare quello che l’autore ha scritto».

Lo scorso anno, nella Alti Hall di Kyoto, Leotta ha eseguito le sonate per la prima volta con uno straordinario successo di pubblico e di critica. Non solo, ha eseguito anche la quasi totalità dell’opera per pianoforte di Schubert, in un ciclo di sette recital che rappresenta tutt’oggi la più ampia retrospettiva schubertiana mai eseguita da un solo pianista. Fedora Sorrentino, presidente del Teatro Sociale Aslico, ha sottolineato come la monumentalità di quest’opera rappresenti «una vera e propria sfida che noi siamo ben lieti di raccogliere. Il successo di Camera con musica ci ha dimostrato che c’è una grande attenzione per questo tipo di proposte musicali». I biglietti per assistere ai quattro concerti sono in vendita alle casse di piazza Verdi 1 a 20 euro.

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