L’estasi dei corpi secondo Cronenberg

Arte Alla Fondazione Prada di Milano la mostra “Cere anatomiche: La Specola di Firenze” del regista canadese. Le sculture scientifiche settecentesche inserite nella narrazione dell’autore, che firma una video installazione

È aperta alla Fondazione Prada di Milano la mostra personale del regista David Cronenberg intitolata “Cere anatomiche: La Specola di Firenze”. Il percorso espositivo, strutturato in due sale, nasce dall’intenzione dell’istituzione milanese di collaborare con realtà museali con l’intento di portare l’esperienza artistica alla riscoperta del patrimonio culturale antico: creando nuove situazioni di sperimentazione e fruizione di diversi campi di ricerca Fondazione Prada crea un ponte tra passato e presente. Il progetto è stato ideato in collaborazione con La Specola, parte del museo di Storia naturale e del Sistema museale di Ateneo dell’Università di Firenze.

Un pioniere

David Cronenberg, 80 anni, è un regista e sceneggiatore canadese, pioniere del genere cinematografico passato alla storia come “body horror” in cui viene esplorato il terrore e la paura che si provano di fronte alla mutazione del corpo umano. Nel 2018 ha ottenuto il Leone d’oro alla carriera.

«Nel loro tentativo di creare delle figure intere parzialmente dissezionate, il cui linguaggio corporeo ed espressione facciale non mostrassero sofferenza o agonia e non suggerissero l’idea di torture, punizioni o interventi chirurgici, gli scultori finirono col produrre personaggi viventi apparentemente travolti dall’estasi»: passeggiando per la sala principale della mostra in cui 13 ceroplastiche di figure femminili realizzati a scopi scientifici e medici alla fine del XVIII secolo, riecheggiano queste parole del regista canadese.

Proprio i volti di queste figure femminili sono stati l’input iniziale che ha portato allo sviluppo di un progetto espositivo che si sviluppa su due linee parallele. Sotto le teche museali, protette dal vetro, queste donne in cera sembrano astrarsi dalle mutazioni che i loro corpi hanno subito: gli occhi socchiusi, le bocche delicatamente modellate in smorfie di piacere e i lineamenti rilassati sembrano distaccate dai tagli che mettono in mostra i diversi organi del corpo. Intorno a queste “modelle” una serie di disegni scientifici riportano le diverse sezioni di organi femminili e umani.

In questa sala Cronenberg esplora la narrazione scientifica e l’approccio museale alla rappresentazione della donna, esplorandone non solo l’aspetto più anatomico ma anche quello psicologico, qui interpretabile nei diversi dettagli dei volti e delle espressioni.

Due binari

Al piano superiore si incontra l’altro intervento del regista: “Four Unloved Women, Adrift on a Purposeless Sea, Experience the Ecstasy of Dissection” (“Quattro donne mai amate, alla deriva su un mare senza scopo, sperimentano l’estasi della dissezione”). In questa installazione video l’artista si concentra sul potenziale narrativo generato proprio dalle espressioni di visi femminili presenti all’interno delle teche: quattro donne, per la durata di circa 5 minuti, appoggiate ai loro letti in seta e velluto, navigano sole in un’acqua cristallina, lasciate alla loro solitudine di cavie scientifiche e senza più possibilità di contatto con il mondo. In questa seconda parte del percorso espositivo si ha quindi un’immersione nella narrazione artistica che, utilizzando il montaggio digitale genera una nuova dimensione in cui inserire le sculture del 1700 donando loro una nuova vita.

“Cere anatomiche: la Specola di Firenze” si caratterizza così per essere al tempo stesso una lezione di anatomia e una mostra artistica. David Cronenberg con il suo sguardo cinico e allo stesso tempo passionale riesce a creare un’unione tra questi due binari costruendo un dialogo interculturale tra diversi saperi e diverse opere. Non resta che immergersi in questa strana combinazione di scienza e arte in cui il passato si riversa nel presente: il sentimento umano si manifesta nella lucida e consapevole conoscenza del proprio corpo e della propria caducità.

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