«Non solo belle
le donne di Leonardo»

Intervista a Chiara Gatti, storica dell’arte, protagonista questa sera a Zelbio Cult

Non poteva mancare un omaggio a Leonardo Da Vinci, nei 500 anni dalla morte del genio, all’interno del programma di Zelbio Cult 2019. Stasera, venerdì 19 luglio, alle 21, nella consueta sede del Teatro Comunale in piazza della Rimembranza, si terrà l’incontro “Dame, Vergini e Scapiliate. Tutte le donne di Leonardo”. (L’ingresso è libero. Info: www.zelbiocult.it.).

Armando Besio, curatore della rassegna culturale, introdurrà la storica dell’arte Chiara Gatti che poi guiderà il pubblico alla scoperta del mondo di Leonardo, da un punto di vista particolare: il tema del femminile. La conferenza di Gatti sostituisce quella programmata inizialmente“Leonardo e l’energia della natura”. A causa di un lutto familiare, non sarà infatti presente Stefano Zuffi, studioso e divulgatore, già noto al pubblico di Zelbio. Al suo posto, come detto, Chiara Gatti a cui chiediamo di raccontarci il suo “sguardo” sul sempre affascinante mondo leonardesco.

Dottoressa Gatti, quale aspetto del mondo di Leonardo racconterà, stasera, al pubblico?

L’idea è quella di ripercorrere la vita di questo grande personaggio, seguendone le peregrinazioni, gli incontri, le relazioni con i potenti dell’epoca. L’attenzione poi verrà focalizzata su alcune figure femminili che punteggiano la biografia di Leonardo. Ciò avverrà con riferimento ad altrettante opere celeberrime, che, tra l’altro, proprio in occasione dell’anno leonardiano, sono al centro di alcuni importanti eventi espositivi, in corso o in preparazione.

Quali opere verranno prese in considerazione?

Partirei da “La Scapiliata”, una testa di donna con i capelli mossi dal vento che è conservata a Parma nel Palazzo della Pilotta. Fino al 17 agosto, l’opera sarà protagonista di un piccolo ma curato allestimento museale in occasione del quale anche le sale espositive sono state riorganizzate. È una figura interessante e dall’identità ancora misteriosa. Leonardo qui mostra un grande interesse nella rappresentazione della capigliatura come “studio dal vero”. Proseguirò poi con un’altra opera celebre, la “Madonna Benois”, olio su tavola databile tra il 1478 e il 1482, conservato all’Ermitage di San Pietroburgo. Eccezionalmente, quello che è considerato uno dei capolavori giovanili di Leonardo, non concesso in prestito all’Italia neanche in occasione dell’Expo, è stato invece prestato alla Pinacoteca comunale “Bruno Molajoli” di Fabriano, fino a un paio di settimane fa. Questo quadro propone il tema della Madonna Bambina, soggetto gestito in modo autonomo dal giovane Leonardo uscito dalla bottega del Verrocchio. Dal soggetto originario di una bambina che gioca con un gatto, Leonardo coglie l’idea di sostituire l’animale con Gesù Bambino mentre la Madonna, con grande naturalezza, viene rappresentata mantenendo i lineamenti infantili.

Non potranno poi mancare altre immagini celeberrime…

Certo. Non sarebbe possibile escludere dal percorso opere come “La dama con l’ermellino”, che ritrae, con tutta probabilità, Cecilia Gallerani, giovane amante di Ludovico il Moro. E poi anche la “Madonna Litta”, opera in arrivo, il prossimo inverno al Museo Poldi Pezzoli di Milano, la cui attribuzione leonardesca suscita sempre molte discussioni. Si pensa, infatti, che il grande maestro abbia concepito l’idea del quadro, poi, presumibilmente concluso da un allievo. Del resto, dobbiamo ricordare che a Leonardo, grande sperimentatore, interessavano le idee prima di tutto. Lo paragonerei ad un concettuale ante litteram per cui la soddisfazione viene dall’intuizione iniziale.

E la Gioconda?

Ne parlerò soprattutto in riferimento alla nascita, durante il Romanticismo, del concetto di “genio” dell’arte, legato a Leonardo. La Gioconda diventa quindi l’icona di un’esperienza straordinaria e sintesi di un mito.

Per concludere, quale sguardo ha Leonardo, sulle figure femminili?

Uno sguardo indagatore che coglie non (o non solo) la bellezza, ma il mistero del personaggio.E gli strepitosi dettagli fisiognomici, rivelano l’attenzione all’indagine naturalistica.

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