Quando Como rase al suolo Torno: convegno e monologo 500 anni dopo

Storia Il borgo lacustre dedica il weekend un episodio decisivo della storia locale. Un confronto tra esperti e due repliche di una pièce scritta per l’occasione da Di Bello

Cinquecento anni fa Torno doveva presentarsi più o meno come Mariupol oggi. A distruggerla, anche in quel caso, erano stati i “vicini di casa”, ovvero i comaschi.

Così, quindici anni dopo, nel 1537, presentava il borgo lacustre Paolo Giovio nella sua “Descrizione del Lario”, considerata la prima “guida turistica” del lago di Como: «Ed ecco il promontorio di Torno, sul quale rifiorisce una cittadina, grazie all’opera di ricostruzione che le conferisce una forma di terrazzamento. I suoi abitanti, infatti, mentre l’esito della guerra di faceva sfavorevole, hanno mantenuto fede all’alleanza verso la Francia, con eccessiva ostinazione o, come essi sostengono, con eccessiva lealtà, e così con l’incendio della loro patria hanno pagato il prezzo di questo intempestivo favore politico».

L’anniversario

Naturalmente, ragioni e conseguenze della distruzione di Torno, avvenuta l’11 giugno 1522, sono molto più complesse e meritano di essere approfondite attraverso analisi scientifiche e narrazioni teatrali come avverrà oggi e domani, in occasione del cinquecentesimo anniversario, grazie alle iniziative organizzate dall’associazione culturale via de Benzi 17, con il patrocinio del Comune di Torno e della Società storica comense e il sostegno del bando Pic di Regione Lombardia.

Le iniziative

“A ferro e fuoco. Rilettura storica del sacco di Torno” è il titolo del convegno in programma oggi dalle 9 alle 17.30 nella sala polifunzionale della Scuola Media. Interverranno: Pier Sergio Allevi, Marco Biraghi, Elisabetta Canobbio, Stefania Duvia, Bruno Fasola, Mario Longatti, Gianfranco Manfredi, Mario Mascetti, Magda Noseda, Alberto Rovi e Marino Viganò. Ingresso libero con prenotazione consigliata scrivendo a viadebenzi17 @gmail.com oppure telefonando al 377/980. 77.19. Nella giornata del convegno, in via Castello a Torno, sarà eccezionalmente accessibile lo spazio che permette di vedere una parte delle antiche fortificazioni del paese, per gentile concessione della Società Agricola Lazzago.

Il sacco di Torno riguarda nel profondo la storia, e persino il dna delle popolazione del lago di Como, perché a perpetrarlo, come detto, non furono invasori venuti da lontano, bensì i comaschi alleati degli spagnoli. Per capire la portata di quell’episodio, basti dire che nel 1439 Torno contava tra i 920 e i 1150 abitanti (quando Como non arrivava a 10mila), numeri cui tornerà soltanto nel secondo dopoguerra. A causa dell’emigrazione di massa che seguì al “sacco” - anch’essa in qualche modo simile all’ondata dei profughi ucraini di oggi - nel 1652 si registrò il minimo storico di 351 abitanti.

Insomma, indagare nel profondo i fatti di 500 anni fa è una bella sfida e metterli in scena lo è ancora di più. Ed è ciò che faranno Giuseppe di Bello e Marco Continanza, rispettivamente autore/regista e interprete del monologo “Terra ribelle”, che sarà presentato oggi e domani alle 21 nella piazza della chiesa di San Giovanni. L’ingresso agli spettacoli è libero con priorità per chi ha effettuato la prenotazione attraverso i qr code pubblicati sulle locandine.

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