Quel figlio d’arte senza soggezioni
Chris Stills porta il suo talento a Cantù

Domani, lunedì 8 aprile, esibizione dal vivo di un artista che porta con disinvoltura un nome “pesante” - Al club All’Unaetrentacinquecirca l’ultima tappa del suo mini-tour italiano: da non perdere

Quella del “figlio d’arte” è una benedizione che può trasformarsi anche nel suo esatto contrario. Soprattutto è impossibile non parlare del genitore celebre, fare paragoni artistici e poi c’è il dilemma senza soluzioni: ti criticheranno se sembri tuo padre, non piacerai se non sembri tuo padre. Ma c’è chi, forte della bontà della musica che va proponendo, non si pone problemi. Ascoltate Chris Stills.

Il babbo, sia detto senza cattiveria, lo liquidiamo subito: fondatore dei Buffalo Springfield, la S di CSN (e CSNY), ha suonato a Woodstock e a No Nukes, ha scritto “Suite: Judy blue eyes” e “Carry on”, ha fondato i Manassas e ha dato vita alla più bella delle super session con Al Kooper e Mike Bloomfield e tutto questo nel primo lustro di carriera. Ecco, lo abbiamo detto. Adesso dimentichiamocelo.

Ascoltate Chris Stills. Anche la madre è celebre, soprattutto nel mondo francofono, la grande Véronique Sanson. Ascoltate Chris Stills. Ha assimilato la musica da entrambi i genitori, ama il suono degli anni Sessanta e Settanta, si è trovato a dar vita a un gruppo con un altro bravo musicista dal cognome ingombrante, Adam Cohen, e ha poi debuttato da solista nel 1998, mica l’altro ieri, con “100 year thing”, un disco bello e importante perché crea un ponte tra il sound originale del folk e country rock con quello contemporaneo trovandosi ad aprire concerti per Jayhawks e Ryan Adams.

Quando ha pubblicato il secondo, omonimo album, vantava già un buon seguito di estimatori ed è un peccato che non sia andato in porto il progetto di un album interamente in francese mentre è proprio Oltralpe che ha girato il suo primo film, “Requiem pour une tueuse”, a fianco della star Mélanie Laurent.

Da allora è apparso anche in “Questi sono i 40” e nelle serie tv “Shameless” e “Big little lies - Piccole grandi bugie” e al cinema è legato anche un brano di successo, la bella versione di “How can you mend a broken heart” dei Bee Gees per la colonna sonora di “Tonya” (a proposito di cover: cercate su YouTube l’esilarante, ma bellissima versione di “Bohemian rhapsody” con Jack Black). In Italia arriva sull’onda di “Don’t be afraid”, un album che ha raccolto meritatissime ottime, critiche. Ascoltate Chris Stills, domani sera, lunedì 8 aprile, alle 21.30, All’Unaetrentacinquecirca di via Papa Giovanni XXIII 7 a Cantù. Un performer da scoprire, nell’ultima data italiana di un mini-tour che lo ha visto esibirsi anche a Roma, Marghera e Bologna. Dal vivo è incontenibile e può sempre scapparci qualche omaggio al passato: ogni tanto in scaletta fa capolino qualche cover e per chi ama il babbo c’è... “Ohio”, di Neil Young. A proposito, l’apertura è affidata a Francesco Lucarelli, romano d’origine, californiano d’adozione, che vanta una bella collaborazione con i Crazy Horse.

Al suo album hanno partecipato Graham Nash, e anche James Raymond e Jeff Pevar, sempre del “giro” CSN: sul palco con Stills saranno scintille: Infoline: 3457972809.

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