«Spettatori dell’opera,
accendete il telefono»

Como: questa sera al Sociale il pubblico tra i quattordici e i trent’anni (e oltre) potrà non solo assistere ma davvero partecipare a “Opera Crime (Delitto all’opera) vol.1 Rigoletto”.

È arrivata l’ora del debutto della vera novità di stagione, nel progetto Opera Education di Aslico. Questa sera, venerdì 21 febbraio, alle 19 e poi anche alle 20.30 (questa replica è già sold out) il pubblico tra i quattordici e i trent’anni (e oltre) potrà non solo assistere ma davvero partecipare a “Opera Crime (Delitto all’opera) vol.1 Rigoletto”. (Info e biglietti: www.teatrosocialecomo.it). Lo spettacolo segna la prima edizione di Opera smart, (ex Operait), la sezione dedicata fino ad ora agli adolescenti, e da quest’anno anche ai giovani under trenta. Quello che tradizionalmente, risulta essere il banco di prova più impegnativo, dato che bisogna conquistare la platea dei cosiddetti “millennials” spesso lontani dal melodramma, si trasforma in una rivoluzionaria versione dell’opera partecipata, in cui lo spettatore, munito di smartphone, avrà il ruolo di detective per scoprire il colpevole di un efferato delitto.

Ne parliamo con Enrico Melozzi, compositore e polistrumentista che con Stefano De Angelis ha creato il format. Molti comaschi ricorderanno questo artista di grande creatività, grazie all’appuntamento con i 100Cellos, nel Festival Como Città della Musica, nel 2018. Melozzi, che è reduce anche al Festival di Sanremo, dove ha diretto anche i Pinguini Tattici Nucleari, con il suo gruppo creativo, invita tutti gli spettatori sul palcoscenico, per un’esperienza stimolante.

Maestro Melozzi, con Opera Crime, il pubblico sale in scena (nel vero senso della parola) e per di più, tiene con sé e usa, senza nascondersi, il cellulare. Perché?

Sono partito dalla leggenda metropolitana sui ragazzi che non andrebbero a teatro perché in sala non si può usare il cellulare. Ci si siede in platea e la voce ci intima di spegnere lo smartphone… Praticamente un’imposizione!

Qui invece è tutto l’opposto…

Certo. Non solo il telefono non si spegne ma è indispensabile (scaricando l’immancabile app dedicata, ndr) per poter avere un ruolo attivo nella risoluzione del mistero.

Una provocazione per i puristi?

Piuttosto un modo per far avvicinare il pubblico dei nativi digitali senza più alibi. L’opera qui va incontro al pubblico, per conquistarlo.

Cosa siamo invitati a scoprire?

Il giallo ruota intorno alla morte di Gilda. Chi è stato ad ucciderla? E Perché? Si entra dentro alla messinscena, per decidere il finale. In una formula che ricorda “Black Mirror”, abbiamo vari finali alternatici e sarà il pubblico, collettivamente, interagendo per mezzo dell’app Opera crime a scegliere.

Fin qui, abbiamo parlato del gioco, ora arriviamo alla parte musicale vera e propria che riserva molte altre sorprese...

Opera crime è una “rivisitazione” del “Rigoletto” di Giuseppe Verdi. Le musiche infatti sono composte orchestrate e dirette da me. Ho scelto di fondere una parte orchestrale registrata (non avrei mai proposto uno spettacolo d’opera con l’accompagnamento del pianoforte!) a cui però si fonde una parte musicale elettronica e di percussioni a cura di Stefano De Angelis. Le voci saranno quelle di Omar Mancini, che sarà Il Duca di Mantova, Guido Dazzini, alias Rigoletto, Federica Livi, Gilda.

L’antico e il moderno si fondono.

Con quale struttura?

L’andamento tradizionale dello spettacolo subirà delle dilatazioni, dei momenti di sospensione, che permetteranno al pubblico di indagare e fare le proprie scelte. Tutti si muoveranno immersi nella musica, ai volumi cui i ragazzi sono abituati. Delle voci narranti (quelle di Adriano Giannini e Pietro Biondi) guideranno le indagini.

Come si racconta Rigoletto ai millennials?

Dietro alla storia c’è un messaggio più profondo, che vuole coglie i bugs del nostro tempo e far riflettere lo spettatore.

E dopo tutta questa innovazione, cosa le piacerebbe che rimanesse al pubblico che farà l’esperienza di Oper Crime?

Mi piacerebbe risvegliare la curiosità, il desiderio di proseguire la conoscenza, arrivando anche a conoscere la tradizione.

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