Tess, lezioni di leadership
«Impariamo a osare di più»

Laura Sofia Clerici, amministratore di Teseo Spa e membro del direttivo di Confindustria Como: qui la versione integrale dell’intervista di “Tess” marzo

«Dopo tanti anni all’estero - ho lavorato nel settore dei servizi finanziari, prevalentemente a Londra - era poi giunto il momento di dedicarmi alla mia passione per la moda e per il tessile. In casa si parlava spesso di materiali e colori, mia madre disegnava e produceva vestiti, mio nonno mi portava in tessitura e mio padre con la scusa di farmi visitare Parigi mi portava alle fiere… Così sono tornata in patria, nel distretto serico comasco». Chi parla è Laura Sofia Clerici, amministratore di Teseo Spa e membro del direttivo di Confindustria Como.

Dottoressa Laura Sofia Clerici, lei ha lavorato all’estero per anni, nel settore bancario. Che cosa l’ha riportata all’azienda di famiglia?

Ho lavorato per tanti anni all’estero nel settore dei servizi finanziari, prevalentemente a Londra. La mia esperienza ha coperto ruoli di marketing strategico, e partnership con aziende e istituzioni chiave. Questo mi ha dato un forte background commerciale e esperienza in una gamma di strategie di prodotto e marketing lungo il ciclo di vita del cliente. Tutte competenze che sapevo di poter usare anche in altri settori. Mi sono sempre innamorata del lavoro che facevo, pur sapendo che il mio obiettivo di lungo termine non era di restare all’estero, bensì di raccogliere esperienze. Dopo tanti anni all’estero era poi giunto il momento di dedicarmi alla mia passione per la moda e per il tessile. Ho sempre avuto la passione per i tessuti: in casa si parlava spesso di materiali e colori, mia madre disegnava e produceva vestiti, mio nonno spesso mi portava in tessitura e mio padre con la scusa di farmi visitare Parigi mi portava alle fiere… insomma a un certo punto della mia carriera mi sono resa conto che lavorare nella finanza non era ciò che avevo sempre sognato di fare da piccola. Così sono tornata in patria, nel distretto serico comasco.

Quali pregiudizi si è trovata ad affrontare, nella sua carriera? In azienda, come nei rapporti con i clienti?

Gestire un team, soprattutto quando questo include colleghi più anziani (soprattutto con colleghi uomini), per di più come donna, non è affatto facile! All’estero per fortuna ci sono meno pregiudizi verso le “donne in carriera”, ma è capitato più volte che mi chiedessero se non avessi preferito dedicarmi alla famiglia. In particolare ora che il mio lavoro mi porta spesso all’estero, qualche agente o cliente si è preso la libertà di suggerirmi che andare in giro per il mondo lontano da casa non è un ruolo femminile. All’inizio mi arrabbiavo e tentavo di discutere su cosa dovesse essere un “ruolo femminile”. Ora lascio perdere, e preferisco creare il mio modello di ruolo femminile. Alla fine, ognuno deve trovare a propria strada e il proprio modello.

Le è capitato di essere l’unica donna in convegni o meeting associativi?

Capita in continuazione! Purtroppo non è sempre facile innanzitutto raggiungere, e poi svolgere, ruoli di leadership per una donna. Il “soffitto di vetro” è sicuramente ancora ben presente in molti luoghi di lavoro. Mi piacerebbe però fare un appello a tutte le donne a “osare” di più e a non lasciarsi imprigionare da ciò che altri pensano debba essere il ruolo di donna. Nelle aziende più grandi si è lavorato molto per combattere quei pregiudizi che bloccano le candidature femminili in ruoli di leadership, ma l’Italia rimane sostanzialmente un Paese di piccole e medie imprese in cui questo processo non è mai iniziato o fatica ad iniziare. A volte è una questione di mentalità, trovo per esempio che nelle PMI Italiane ci sia ancora tanto presenzialismo, ma spesso ciò è dettato dalle realtà produttive che impongono ritmi e orari molto meno flessibili rispetto a aziende di servizi per esempio. Soprattutto nelle piccole aziende, con poche persone, manca spesso la flessibilità per permettere non solo alle donne bensì a tutti i lavoratori/lavoratrici di conciliare carriera e famiglia. Questo NON significa concedere alla donna il part time! Anzi finchè relegheremo le donne al “part time”, continueremo ad obbligarle ad essere loro ed esclusivamente loro a occuparsi di casa e prole. Invece raggiungere l’agognata parità di genere non è un tema femminile, bensì è un tema per l’intera società. Non a caso le donne che hanno una carriera “importante” sono quelle che sono affiancate da un partner che le supporta. Insomma, Virginia Woolf diceva che “Dietro ogni grande uomo c’è una grande donna”, io direi anche che “Dietro ogni grande donna c’è una grande uomo”.

Che cosa significa essere imprenditrice oggi, in una fase così fluida, trasformativa sul piano dei mercati, dei prodotti, dei valori?

Sicuramente viviamo in un periodo di continui e repentini cambiamenti che impongono tanta flessibilità e voglia di rimettersi continuamente in discussione. Questo vale soprattutto in un settore come quello tessile, sotto pressione da tutti gli aspetti, non da ultimo in quanto valutato come la filiera produttiva più inquinante dopo quella petrolifera, in cui le aziende italiane hanno fatto un grande lavoro per valorizzare il Made in Italy rispetto ad altri produttori mondiali, puntando su qualità e sostenibilità anziché su politiche di prezzi aggressivi. Come imprenditrice il focus é quello di attrezzare l’azienda al cambiamento e motivare le persone ad avere un approccio aperto, flessibile e collaborativo facendo leva sulla diversità di competenze fornita da ogni membro del team.

Da Coordinatrice Gruppo Imprenditrici di Confindustria Como, che percezione ha del ruolo delle donne nella filiera tessile: quanta leadership c’è?

Tornando in Italia dopo tanti anni all’estero, ho notato che in Italia sono davvero pochissime le aziende con donne ai vertici. Nel tessile, dominato da aziende a conduzione familiare, ci sono alcune donne che come me hanno preso le redini dell’azienda di famiglia, tuttavia è ancora visto come un settore molto maschile (se si esclude la tessitura dove è richiesta più delicatezza e manualità nel maneggiare il delicatissimo filato di seta). Mancano dei modelli di leadership femminile, nel tessile e in generale nell’industria, ed è proprio questo che volevamo cambiare con il Gruppo Imprenditrici. Per noi era importante innanzitutto creare la consapevolezza di quante donne ci siano in posizioni apicali, e creare un network, dove fosse possibile condividere modelli di leadership che non cadessero nell emulare i colleghi uomini. Se le donne al vertice si comportassero semplicemente come uomini, quale sarebbe il valore della diversità? Invece è importante che le donne nel mondo del lavoro portino qualità femminili e un punto di vista spesso diverso da quello dei colleghi (maschi).

La leadership femminile, a suo giudizio, si presta a migliorare la qualità del lavoro e a premiare il merito?

Non mi piacciono le GENDERalizzazioni ma nella mia esperienza le donne portano buone capacità analitiche e forte abilità interpersonali. Non dimentichiamo che la leadership non è solo il Ceo ma anche chi dirige o gestisce un team o un progetto. Negli ultimi anni ho visto diverse donne nel mondo del tessile in posizioni di responsabilità, che gestiscono le sfide sempre più complesse e delicate che ci troviamo ad affrontare, attingendo sapientemente a tutte le risorse e gestendo team con grande diversità - su questo credo che le donne siano più brave, nel riconoscere il valore della diversità all interno del team e lavorando con persone in base al loro merito / competenze. Direi che questo ha contribuito significativamente a professionalizzare un settore tradizionalmente manifatturiero e industriale ma che si interfaccia con i brand che sono ormai dei colossi molto strutturati, che pertanto si aspettano di interagire con altrettanta struttura e professionalità.

Lei è stata tra i promotori di ComOn, dal 2008. Quella stagione che impronta ha lasciato nel tessuto aziendale comasco?

Nel 2022 finalmente siamo tornati a celebrare comON con un gruppo di giovani stilisti arrivati dalle maggiori scuole europee di design. Ogni volta è una festa e una boccata d’aria nuova! Anche quest’anno si è creata una bellissima atmosfera tra i ragazzi che ha contaminato molto positivamente le aziende dove questi sono andati a lavorare. Non a caso due di questi ragazzi hanno prolungato la loro permanenza nel distretto tessile comasco con un periodo di ulteriore lavoro presso le aziende che li avevano ospitati. La nostra esperienza in Teseo è sempre stata positiva, con ragazzi entusiasti che hanno contribuito a lanciare nuovi tessuti e disegni nelle nostre collezioni di stampa, con molti di loro sono tuttora in contatto ed è un piacere vederli crescere! Noi siamo sempre stati molto soddisfatti, ma anche per i ragazzi è una fantastica opportunità di vedere come funziona l’intera filiera del tessile nel territorio comasco e tornano sempre tutti a casa molto arricchiti.

Com’è la sua giornata?

Variegata! Rispetto a una grande azienda dove ognuno svolge una mansione che rappresenta solo una piccola fetta del lavoro, nelle piccole aziende a conduzione familiare ognuno deve saper un pochino di tutto e si finisce per vedere l’intera produzione dall’inizio alla fine. Ci sono periodi dell’anno in cui presentiamo le nuove collezioni e io viaggio molto per andare a trovare clienti, in Europa Asia e America - sono sempre felicissima di viaggiare ma soprattutto di vedere i clienti e spesso mi capita di vedere le creazioni che hanno sviluppato con i tessuti che avevo presentato la stagione precedente. In altri periodi dell’anno invece si lavora allo sviluppo delle nuove collezioni, quindi mi capita di interfacciarmi con fornitori di filati, scoprire le nuove proposte innovative nel mondo dei filati e poi testarli nella nostra produzione per creare nuovi tessuti.

Questa è la parte creativa e direi più divertente.

Poi c’è tanto lavoro sulle certificazioni e sulla sostenibilità, ormai un must per lavorare con clienti sempre più esigenti. Spesso abbiamo audit di clienti o enti certificativi che verificano ogni step produttivo: ci viene chiesta piena trasparenza soprattutto sul lato produttivo per assicurare la massima ecosostenibilità dei nostri prodotti. Di conseguenza una parte della mia giornata è dedicata anche alla partnership con le tintorie e con i fornitori di filato. Poi sono coinvolta in tutta la gestione aziendale, nei colloqui quando assumiamo nuove risorse, nelle riunioni con sindaci e revisori contabili… E poi c’è una parte importantissima della mia giornata,: la sera quando torno a casa e mi posso dedicare alla mia famiglia.

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