Un delitto in paradiso
Il noir di Vanni a Bellagio

Il giornalista-scrittore torna sul lago con il suo alter-ego Steno Molteni per un’indagine

Un romanzo che torna a “casa”: si è tenuta ieri sera nella sala consiliare di Bellagio e alla presenza dell’assessore alla Cultura Paola Rossi, la presentazione di “La regola del Lupo”, il nuovo romanzo giallo, edito da Baldini+Castoldi, dello scrittore e cronista del quotidiano “La Repubblica” Franco Vanni, docente al master in Giornalismo dell’Università Cattolica di Milano e all’Accademia del Giallo.

Ambientato nel borgo di Pescallo, un «piccolo angolo di paradiso, simile ad una delle cinque terre liguri», come lo ha definito l’autore, situato a sud-est del promontorio di Bellagio, “La regola del lupo” vede il ritorno di Steno Molteni, giovane giornalista e investigatore del settimanale milanese di cronaca nera “La Notte”, comparso per la prima volta come protagonista de “Il caso Kellan”, uscito lo scorso anno.

«Steno ha un anno in più, vive ancora in albergo, ha un autista e, all’inizio del romanzo, sta con un’avvocatessa che lo tratta un po’ come uomo-oggetto – ha raccontato Vanni – mentre, poco lontano da lì, al largo di Pescallo, viene trovato morto un vero e proprio cattivo, Filippo Corti, detto “Il Filippino”, ucciso da un colpo di pistola. La scelta di ambientare il romanzo in questo luogo bellissimo, piccolo e appartato mi è venuta lo scorso aprile, proprio mentre mi trovavo lì per un weekend con mia moglie. A me piacciono i gialli in cui c’è una quiete iniziale apparentemente imperturbabile, che viene scossa da un atto di violenza. Quando ho visto Pescallo, così ferma e perfetta, ho pensato subito che potesse essere l’ambientazione ideale, un po’ come accade nei classici gialli britannici, all’interno della villa vittoriana il giorno dopo la festa, nel vagone ferroviario dell’Orient Express che si ferma sotto la neve o sulla chiatta che si lascia trasportare dalla corrente lenta del Nilo. Cambi di scenari repentini, che è ciò di cui si nutre la narrativa.»

Nel suo ritorno a casa, Steno incontra il maresciallo dei carabinieri Salvatore Cinà, che era stato il suo superiore durante il servizio militare. «Anche qui si gioca sui contrasti – ha proseguito l’autore – mentre Steno tratta il maresciallo con la deferenza e il rispetto dovuti dal suo grado, Cinà ha con lui pochi e sbrigativi rapporti, perché ha scelto di fare il giornalista e non il carabiniere, fornendogli pochissime informazioni sul caso e innescando un po’ le stesse dinamiche che incontro quotidianamente nel mio lavoro. I due si trovano così a condurre due indagini parallele, che forniscono al lettore indizi diversi e danno il via una sorta di “competizione” tra i protagonisti, per stabilire chi per primo arriverà alla verità.»

Il libro sarà presentato questa sera a Courmayeur, mercoledì 6 marzo a Piacenza e lunedì 11 alla Feltrinelli Duomo di Milano, dove lo scrittore sarà accompagnato da Luca Crovi, uno dei critici di gialli più apprezzati in Italia. «Ora vorrei dedicarmi un po’ alla mia famiglia – ha concluso l’autore – anche se, in questi giorni, guidando per le strade che costeggiano il Lario, mi sono reso conto che le avventure di Steno non sono ancora finite.»
Alessia Roversi

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