Albavilla, addio al “papà” del Bolettone
«La montagna era il suo grande amore»

Domani il funerale di Remo Roscio, 86 anni, che costruì il rifugio negli anni Sessanta

«Otto laghi, la Brianza per intero, Milano con la Madonnina, il profilo degli Appennini, le Alpi con il Monviso e di sera le luci degli aerei che si alzano da Linate o dalla Malpensa»¸ raccontava così Remo Roscio il panorama dal “suo” Rifugio Bolettone. Era innamorato di quella montagna, di quei 1.310 metri di vegetazione, fauna, flora e meraviglia.

Il rifugista se n’è andato ieri mattina alle 6,30 all’età di 86 anni, avrà modo di guardare la sua montagna da un’altra visuale e di sicuro la terrà d’occhio. Negli ultimi anni era molto dispiaciuto di vedere il rifugio creato negli anni Sessanta e gestito per quarant’anni chiuso. Il funerale di Remo Roscio si terrà domani alle 14,30 nella parrocchiale preceduto dal rosario.

Roscio era una istituzione per l’escursionismo locale, insieme a Luciana Parravicini: «E’ stato il grande amore di tutta una vita – spiega la signora Luciana -Abbiamo lavorato tanto, ma è stato bello lavorare sempre fianco a fianco. Avevamo una clientela stupenda che ci ha dato grandi soddisfazioni».

Remo Roscio aveva costruito il Rifugio Monte Bolettone e lo aveva accudito per un tempo interminabile: «L’abbiamo gestito per circa quarant’anni dagli anni Sessanta – spiega ancora la signora Luciana -. Per un decennio, dal 1982 al 1992, gestivamo anche il Bar Remo in centro paese, ma era difficile far collimare i due impegni».

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