Alpe Sala, ora è ufficiale: si è trattato di un rave party fuori legge

Colonno Il fatto risale ai primi giorni di ottobre e la polemica è scoppiata proprio a ridosso dell’evento che per tre serate di fila ha visto coinvolte più di 200 persone con musica ad alto volume. E ora la conferma della polizia amministrativa e dei carabinieri di Tremezzina: era tutto illegale

Il fatto cui si fa riferimento risale a inizio ottobre (7, 8 e 9 ottobre per la precisione, descritti così: “tre giorni di musica dark psichedelica in una location spettacolare delle Alpi italiane”) e il luogo è l’Alpe Sala, al confine con Colonno: qui infatti è stato organizzato un evento in tre serate dal titolo paradossale se confrontato poi con l’esito che la vicenda ha avuto e che stiamo per raccontarvi. “Enjoy the silence” (ovvero, goditi il silenzio) si chiamava l’iniziativa, presentata come un pretesto per promuovere eventi di natura agrituristica e capace di richiamare persone da tutto il nord Italia e anche dall’estero, arrivando a un totale di 220 partecipanti.

Tutto bene finché intorno a quello stesso evento non ha iniziato a crearsi un grande vociare dal suono distinto, altro che silenzio: la musica ad alto volume, la moltitudine di persone presenti e intente a ballare e uno spazio esplicitamente dedicato alle danze con tanto di DJ ha portato infatti molti a parlare di “rave party”. E in effetti - nonostante le smentite del conduttore dell’evento - la Divisione polizia amministrativa e sociale della questura di Como e i militari in forza alla stazione Carabinieri di Tremezzina hanno accertato che la manifestazione dal titolo suggestivo celava niente di meno che un rave party illegale.

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A incriminare l’evento sono state proprio le modalità di organizzazione che hanno permesso di ricondurre le tre serate alla violazione penale di apertura abusiva di luoghi di pubblico intrattenimento, azione per cui è necessario muoversi preventivamente con la richiesta di licenza da parte del sindaco del territorio o presentando una richiesta specifica (S.C.I.A) per questa tipologia di raduno, secondo quanto indicato dall’art. 80 del T.U.L.P.S per la tutela dell’incolumità e della sicurezza dei partecipanti. Ma niente di tutto questo è stato fatto dagli organizzatori di “enjoy the silence”.

Il gestore del terreno su cui la tre giorni ha avuto luogo e la materiale organizzatrice dell’evento infatti hanno ignorato questo protocollo e sono ora accusati di aver messo a repentaglio la sicurezza di tutti i numerosi presenti. A questo si aggiunge il carattere imprenditoriale che ha connotato l’iniziativa, con tanto di prevendita a prezzo maggiorato di 30 euro e numerosi annuncia di promozione sui social: ulteriori elementi che richiedevano di adempire allo specifico protocollo di autorizzazione per la realizzazione di quello che è stato, a tutti gli effetti, un evento di pubblico intrattenimento.

Oltre agli aspetti penali, la Divisione Amministrativa e Sociale della Questura di Como ha inoltrato al Sindaco del comune di Sala Comacina un verbale di accertamento per le contestazioni amministrative del caso.

Infine, al solo titolare dell’agriturismo in cui si è svolto il rave party è stata contestata l’ulteriore violazione penale per aver offerto ospitalità nei suoi locali e terreni, nonché in tende e roulotte, a persone i cui nominativi non sono stati trasmessi alla Questura di Como attraverso il portale digitale dedicato. Il responsabile non ha ottemperato a tale obbligo, né tantomeno poteva farlo non essendo in possesso delle previste credenziali per accedere al portale, poiché mai richieste.

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