Gravedona, Riella
evaso da un mese
Indagata coppia:
«Lo ha ospitato»

Secondo la Procura, due persone di Dosso del Liro avrebbero fornito assistenza a Massimo Riella

La vicenda comincia sabato 12 marzo. Alla mattina, mentre fa visita alla tomba della madre morta e sepolta nel cimitero di Brenzio, sopra Gravedona, Massimo Riella - che aveva ottenuto il permesso apposito per andare al camposanto - colpisce gli agenti (cinque) della polizia penitenziaria e fugge sui monti. Da quel giorno le forze di polizia gli danno la caccia.

Intanto però c’è già qualcuno che inizia a dover dare spiegazioni per quanto accaduto, e sono due coniugi sospettati di aver aiutato l’evaso a far perdere le proprie tracce sui monti dell’Altolario. Si tratta di un uomo e una donna accusati dalla procura di Como – pubblico ministero Alessandra Bellù – di favoreggiamento personale. Abitano a Dosso del Liro, in linea d’aria a poche centinaia di metri dal punto della fuga, ed è nei pressi della loro abitazione che avvenne il primo avvistamento di Riella subito dopo l’evasione.

L’indagine è stata condotta dai carabinieri della compagnia di Menaggio e dal Nucleo investigativo della polizia penitenziaria di Milano. Secondo quanto viene oggi contestato dal pubblico ministero comasco, i due indagati avrebbero aiutato il detenuto (in carcere con l’ipotesi di reato di rapina aggravata) ospitandolo nella loro abitazione, dandogli da bere e da mangiare rifocillandolo, permettendogli anche – infine – di utilizzare il loro telefono cellulare per effettuare un numero non meglio precisato di chiamate. Lo stesso telefono cellulare già nei giorni scorsi era finito nelle mani degli inquirenti e posto sotto sequestro. (M. Pev.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA