Il mistero del turista annegato: gli “amici” lo conoscevano da poco, al Consolato britannico non risulta fosse in Italia

Torno Dopo la tragedia al porticciolo ancora incerte le generalità del turista. In tasca un biglietto del Liverpool. La necessità di soccorsi rapidi torna d’attualità. I vigili del fuoco: «I sommozzatori a Como c’erano, e sono stati tolti»

Un biglietto per lo stadio di Liverpool. Un messaggio inviato da Ryan Air per ricordare il volo in partenza ieri alle 16.30 da Milano per Vienna.

Entrambi, biglietto e messaggio, riconducibili ad uno stesso nome, ora in possesso dei carabinieri di Pognana Lario, che dunque dovrebbe essere l’identità del ragazzo annegato lunedì pomeriggio dopo un tuffo nel porticciolo di Scilonico, all’altezza di piazza Braga a Torno.

Un nome e un cognome che tuttavia non risultano al Consolato britannico tra quelli dei sudditi di sua Maestà in vacanza in Italia. Eppure, ai ragazzi che aveva incontrato nel suo soggiorno, il ventenne poi annegato aveva detto di vivere e lavorare in Inghilterra.

L’identificazione

Sta assumendo i contorni del giallo l’identificazione del giovane morto a Torno, dopo un tuffo dal pontile ripreso da un amico che aveva conosciuto il giorno stesso in battello. Il nome non lo facciamo ancora, proprio perché non c’è la certezza assoluta sulla sua identità. Ma da un giorno e mezzo, ormai, i militari stanno cercando di ricostruire i movimenti di questo ventenne che nel nostro lago ha trovato la morte. Si parte da quelli che, fino a ieri, erano ricercati come il gruppo di amici con cui il ragazzo era in vacanza a Milano: sono stati rintracciati, ma anche loro hanno riferito di conoscere poco di lui, in quanto incrociato solo poche ore prima in treno.

Insieme avevano deciso però di venire a Como per una gita e poi di andare, ieri, a Vienna. La conferma della veridicità del racconto è arrivata proprio dal messaggio sms che la compagnia aerea ha inviato sul telefono della vittima.

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Pochi elementi

I giovani, giunti insieme a Como e poi imbarcati su un battello della navigazione, si erano divisi a Torno quando la vittima era rimasta in paese con un altro ragazzo inglese conosciuto proprio sulla nave.

Nessuno, insomma, conosceva la vittima bene tanto da poterne indicare l’età, la nazionalità o la parentela.

E il telefono, in un giorno intero, a parte il messaggio inviato da Ryan Air cui ora è stata chiesta la lista dei passeggeri del volo per Vienna, è rimasto sostanzialmente muto, con solo un paio di telefonate in entrata ricevute ma subito cadute. Nello zaino e negli oggetti personali non c’erano altri elementi utili alla sua identificazione, nemmeno un documento.

Intanto, come capita all’indomani di ogni tragedia del lago, torna d’attualità anche la problematica del soccorso in acqua. I due natanti dei vigili del fuoco intervenuti – un gommone e una moto d’acqua – sono arrivati rispettivamente dall’hangar di Como (dove stazionano abitualmente) e da Argegno dove era in corso un servizio.

Il presidio

I sindacati tuttavia rivendicano i soliti e mai risolti problemi: la carenza di mezzi e l’assenza dei sommozzatori che ogni volta devono partire da Milano, riferimento per tutta la Lombardia. Lunedì, tra l’altro, l’intervento dei sommozzatori è avvenuto via terra perché l’elicottero non era disponibile.

Minuti persi che in determinate circostanze potrebbero rivelarsi preziosi. «Da anni lamentiamo queste problematiche – commenta Giuseppe Giarratano, delegato provinciale Cgil per i vigili del fuoco – Il presidio dei sommozzatori a Como c’era ed è stato tolto. Una strategia che non capiamo. E anche come mezzi abbiamo solo due gommoni, mentre servirebbero barche con ben altra attrezzatura».

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