Il Vescovo: «Non votate i populisti
«Astenersi alle elezioni è peccato»

La celebrazione in Duomo per la fine dell’anno

Un appello in vista delle elezioni del 4 marzo è stato lanciato dal vescovo mons. Oscar Cantoni in Duomo durante l’omelia nella messa del Te Deum, la messa di ringraziamento di fine anno. Dopo aver ricordato la figura di Teresio Olivelli, nativo di Bellagio, che sarà proclamato Beato dalla Chiesa cattolica il 3 febbraio, il vescovo Cantoni ha detto: «Non posso poi tralasciare un appello che mi sembra importante e che deve interessare tutti. Nel prossimo mese di marzo saremo chiamati alle urne. Siamo in un periodo in cui i partiti e gli uomini politici hanno generato delusioni e disaffezione all’impegno politico. Il malcontento e la diffidenza verso i leaders politici sono approfonditi a causa di aspettative non soddisfatte e problemi non risolti. L’astenersi dal voto, a cui invece tutti siamo obbligati, non deve essere espressione di questa delusione. Non deve essere il partito dei rinunciatari a prevalere e nemmeno i leaders politici populisti possono assumere le responsabilità di governo sfruttando le rabbie e le paure della gente, a causa di promesse di cambiamento seducenti quanto irrealistiche. Ciascuno, in coscienza, si orienti verso quei candidati che presentano programmi che facilitino il bene possibile, che tutelino la dignità e il rispetto della vita delle persone, che facilitino solidarietà e non si limitino a promesse aleatorie».

«Mancare al voto - ha aggiunto il vescovo Cantoni - è da considerarsi un vero e proprio peccato di omissione. Che non fa altro se non delegare in bianco, senza compromettersi responsabilmente. Una iniziativa che mi sento di raccomandare alla comunità civile è quella di favorire la presentazione della prima parte della Costituzione italiana, nel 70° della sua promulgazione, dove sono enumerati fondamentali principi, diritti e doveri per una società liberale e democratica. In un’epoca in cui si sono smarriti gli ideali del vivere civile è urgente aiutare le persone e la società a riscoprire l’essenziale di una civiltà veramente umana. Potrebbero nascere sani dibattiti da parte delle grandi famiglie culturali e ideologiche e organizzare interventi educativi anche nelle nostre scuole superiori per aiutare i giovani ad attualizzare questi principi fondativi, basi del nostro vivere civile».

«La comunità cristiana se vuole offrire un aiuto concreto alla società e presentare un’immagine di Chiesa esperta in umanità, nel tentativo di rendere il mondo più umano dovrà favorire sempre di più l’incontro con le istituzioni civili, con gli organismi di partecipazione, per costruire e sviluppare con essi una cultura fondata sulla misericordia mediante le scelte essenziali e significative che il prossimo sinodo diocesano potrà proporre e favorire. Vogliamo partecipare alla costruzione di una cultura fondata sulla misericordia, di cui nessuno può andar dato di indifferenza, né girare lo sguardo quando vede la sofferenza dei fratelli. Sempre più comprendiamo come la Chiesa debba mettersi al servizio del mondo portando un messaggio di speranza, soprattutto a quella parte di umanità dolorante che ha bisogno di compassione e di aiuto per ritrovare se stessa, senza sentirsi giudicata, ma piuttosto accolta e sostenuta da una comunità cristiana che si presenta con il volto di mamma come ha auspicato Papa Francesco».

In precedenza in vescovo Cantoni aveva parlato delle nuove povertà materiali e spirituali e aveva approfondito il tema dei profughi: «Penso ai profughi che ospitiamo, i quali hanno lasciato le loro terre fuggendo da guerra, persecuzioni, degrado ambientale e altre forme di violenza organizzata. Accogliere queste persone non basta. Occorre favorirne l’integrazione, permettendo che essi partecipino pienamente alla vita della nostra società».

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