La Finanza “ospite” alle nozze vip: scoperti cinque lavoratori in nero

Menaggio Per la maxi festa in via Calvi a giugno erano state coinvolte dodici società differenti. Denunciata una sola azienda. Uno dei dipendenti irregolari percepiva il reddito di cittadinanza

Mentre festa era in corso, con la via centrale di Menaggio “prenotata” dagli sposi (la via Calvi) e a loro riservata, la guardia di finanza entrava in scena per verificare che tutte le aziende coinvolte in quel banchetto vip – almeno una dozzina – fossero a norma.

I controlli, che risalgono allo scorso mese di giugno, sono stati resi noti ieri in modo indiretto, ovvero con un comunicato stampa delle fiamme gialle che hanno informato di come – «nel corso di un controllo, nei confronti di diverse società operanti nel settore dell’organizzazione di eventi, in particolare matrimoni» - in quel blitz furono ben cinque i lavoratori trovati in nero, tutti riconducibili ad una sola società del Milanese, uno di loro tra l’altro percettore (tramite la madre) del reddito di cittadinanza non dovuto. La sanzione amministrativa da 9 mila euro sarebbe già stata saldata, ed anche i lavoratori trovati non in regola sarebbero nel frattempo stati assunti.

Matrimonio internazionale

Erano state 12, come detto, le società coinvolte nel banchetto voluto dagli sposi e che aveva preceduto il matrimonio vero e proprio celebrato a Villa Erba. Nozze che avevano portato sul Lago di Como lo sposo, di origine indiana, figlio di un magnate, e la sposa originaria del Messico. Circa 250 gli invitati mentre a servire ai tavoli e con ruoli di altro tipo, erano ruotate 80 persone tutte verificate dagli uomini della guardia di finanza di Menaggio.

Il bilancio dei controlli è già stato preannunciato. I finanzieri infatti, congiuntamente ai funzionari dell’Ispettorato territoriale del lavoro di Como-Lecco, avevano scoperto una ditta, con sede nel Milanese, avente cinque dipendenti (pizzicati mentre erano intenti a prestare la propria opera) impiegati in nero, uno dei quali anche percettore del Reddito di Cittadinanza.

«Le attività condotte successivamente – hanno comunicato le fiamme gialle ieri – anche attraverso l’utilizzo delle banche dati, hanno permesso di accertare che il cittadino aveva prestato la propria attività lavorativa in nero, a seguito della presentazione della domanda di reddito di cittadinanza da parte della propria madre convivente».

Condotta, ha specificato la finanza, che «comporta la revoca del beneficio in questione».

Sanzioni pagate

A seguito del controllo la Direzione territoriale del lavoro aveva disposto, nei confronti della ditta, la sospensione dell’attività in quanto nel giorno dell’intervento i lavoratori in nero accertati superavano la soglia del 10% della totalità di quelli impiegati. Inoltre, erano state comminate sanzioni amministrative per 9.000 euro. Pendenze che sono già state saldate. L’attività si è conclusa con la segnalazione, alla Procura della Repubblica di Como, del lavoratore in nero «per l’indebita percezione del reddito di cittadinanza da parte della madre convivente».

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