Porlezza, sesso in cambio di droga
Cinque indagati per spaccio

L’operazione Naggio tra Como e Lecco della compagnia dei carabinieri di Menaggio

Una delle clienti abituali del colichese di fatto domiciliato a Porlezza, imprenditore con un fallimento sulle spalle undici anni fa, ai carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Menaggio ha detto: «Se volevo la droga, dovevo fare sesso con lui». Non chiedeva solo denaro, in cambio della cocaina (e qualche volta della marijuana) il principale indagato dell’operazione “Naggio” dei carabinieri, che lunedì 23 novembre ha portato all’arresto di due persone e alla denuncia di altri tre (uno con l’obbligo della presentazione ai carabinieri). In carcere il solo colichese, accusato di aver rifornito droga negli ultimi 2 anni a una quindicina di clienti. È anche l’unico accusato di aver preteso prestazioni sessuali in cambio delle cessioni di stupefacenti. Arresti domiciliari per un uomo di 53 anni di Dongo. Uno solo il cliente che lo identifica come suo fornitore di cocaina, con una media di almeno tre volte al mese nell’arco degli ultimi due anni. I carabinieri hanno poi notificato un ordine dei presentazione in caserma a un uomo di 61 anni di Porlezza, che riceveva i due clienti (almeno due, secondo quanto ricostruito nell’inchiesta) nella propria abitazione a Tavordo. Per altre due persone la Procura aveva chiesto la custodia cautelare, non accolta però dal giudice delle indagini preliminari. I due indagati, accusati anche loro di spaccio di droga, sondi Bene Lario, e di Porlezza. L'inchiesta dei carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Menaggio - coordinata dal pubblico ministero Maria Vittoria Isella - ha permesso di ricostruire come la droga venisse reperita nel Lecchese e poi distribuita nella zona del Porlezzese, nella zona di Grandola ed Uniti, nella valle Intelvi e nell’altolago in generale. Nel corso dell’operazione di ieri sono stati impegnati circa venti militari di Menaggio oltre a due unità cinofile di Casatenovo. A carico dell’unico arrestato la Procura contesta anche il reato di estorsione, perché a una sua cliente l’ex imprenditore avrebbe riservato una serie di pesanti minacce (anche contro la famiglia) per farsi pagare una fornitura di droga. Nelle intercettazioni i carabinieri hanno sentito l’uomo che alla donna annunciava: «Portami i soldi o vi tiro fuori gli occhi. Va che vengo e faccio male a tua mamma. Tu non lo sai, ma io sono un delinquente».

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