Schignano, in tremila
al Carnevale più bello
La tradizione che rivive

Il pubblico è arrivato apposta anche dall’estero Lo spettacolo ha portato scherzi, allegria e tante risate

Erano oltre tremila, giunti dall’intera regione, ma anche dall’estero, per ammirare e inevitabilmente essere resi partecipi del Carnevale di Schignano, i curiosi ed appassionati che ieri pomeriggio hanno “benevolmente invaso” il paesino intelvese, teatro del più bello e più antico carnevale del Lario.

Grande successo e tradizione rispettata quindi, con il pubblico delle grandi occasioni che ha assistito e documentato l’antico folklore in un tripudio di musica, campane, suoni, colori.

La festa è iniziata sin dalle prime ore dell’alba e nel pomeriggio Belli, Brutti, due ciocie, Sapeur, Sigurtà e Fughéta hanno sfilato e festeggiato, insieme a tanti personaggi dalle fogge variegate e fantasiose e scherzose e ad un carro che ironizzava sulla “Quota 100”: a Schignano, a Carnevale, è difficile rimanere immuni all’atmosfera di festa!

Il trait—d’union delle impressioni di chi vi ha assistito per la prima volta si sintetizzano con: «Impossibile, non esserne coinvolti» «Ho il mal di pancia per le troppe risate» «Non è una classica sfilata di Carnevale, perché ti coinvolge, la vivi!»: ed è davvero così. Perché a Schignano, da secoli, va in scena una vera e propria rappresentazione teatrale della storia del paese, che affonda le radici nella notte dei tempi, che narra della povertà contadina e di chi, emigrante, non ha avuto troppa fortuna, contrapposta alla ricchezza ostentata degli egemoni benestanti.

Pochi i mascarun e tantissimi i poveri-Brut a raccontarla e a coinvolgere i presenti ieri con lazzi, scherzi e burle. Complice la tiepida giornata di sole di questa primavera in anticipo, è stato impossibile contenere tutti in piazza San Giovanni, centro e teatro della festa.

La storia dell’emigrazione del paese si è consolidata da oltre 30 anni con il gemellaggio con Saint-Amè, il paesino dei Vosgi francesi, meta per centinaia di emigranti schignanesi in passato, da dove, ieri, per l’occasione, sono giunti in un pullman alcuni “gemelli”. Per alcuni era una “prima volta”, sebbene quasi tutti ne avessero sentito raccontare il Carnevale dai loro antenati.

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