Tragedia del motoscafo
La turista belga
vuole patteggiare

Lenno: la Procura ha chiesto il processo immediato per omicidio colposo Si va verso un risarcimento del danno e un accordo sulla pena finale

Clea Celia Wuttke, la giovanissima turista belga che ha lanciato il motoscafo del patrigno a folle velocità sul lago finendo per speronare un’altra barca e causare la morte di un ragazzo comasco, non ha alcuna intenzione di finire a processo. E quindi, dopo che la Procura ha notificato alla ragazza e al suo difensore la richiesta di giudizio immediato (ovvero la fissazione di un processo pubblico in Tribunale), quanto prima dovrebbe arrivare un’istanza per poter patteggiare la pena.

Il pubblico ministero, Antonia Pavan, è arrivata a chiedere e ottenere il giudizio immediato perché non ha alcun dubbio sulla colpevolezza della ventenne (al momento della tragedia) turista belga. Lo scrive nero su bianco nell’atto d’accusa: il 25 giugno scorso ai comandi del potente Master Craft di proprietà del patrigno ha causato la morte di Luca Fusi, 22 anni soltanto, di Guanzate.

La consulenza chiesta dalla Procura ha confermato i sospetti delle prime ore: il motoscafo era lanciato sul lago ad alta velocità, con la musica ad alto volume accesa (tanto che nessuno a bordo ha sentito le grida sia provenienti dalla barca poi speronata, sia dall’amico trainato con il wakeboard), stracarico di ragazzi (ben dieci i giovani a bordo, oltre alla Wuttke), con la prua alzata per via della velocità così da impedire la visuale, il tutto sfrecciando in una zona dov’erano presenti molte altre barche.

Nel frattempo, dopo oltre due mesi di arresti domiciliari in quel di Lenno, la giovane imputata ha potuto far ritorno in libertà pur con qualche restrizione. (Paolo Moretti)

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