Un cinghiale sul terrazzo
a Grandola: ucciso il cane

Un altro episodio nel bel mezzo della polemica innescata dai cacciatori «Uso quello spazio per cenare, cosa sarebbe accaduto se ci fosse stato un bambino?»

Nel bel mezzo della protesta dei 110 cacciatori del Comprensorio Alpino di Caccia delle Prealpi Comasche, abilitati alla caccia al cinghiale, che hanno deciso di non ritirare né tesserino né bracciali, intrappolati tra i mille rivoli della burocrazia arriva un episodio che forse potrebbe segnare una svolta in una vicenda che ormai ha valicato i confini provinciali.

Lo racconta a “La Provincia” una donna che abita in una frazione a confine con il bosco. «Il mio cane appena uscito di casa, si è imbattuto in un cinghiale, che stazionava sul terrazzo. Terrazzo che peraltro ho sempre utilizzato, ad esempio, per cenare durante l’estate. Ha cercato di allontanarlo, ma il cinghiale gli ha inferto un colpo così violento che l’ha fatto ruzzolare lungo la scarpata. Il cane si è schiantato sul piazzale sottostante, dopo un volo di parecchi metri. Perdeva sangue dalla testa. Purtroppo non ce l’ha fatta. E’ morto mentre lo trasportavo dal veterinario».

E aggiunge: «Oltre al dolore per la perdita del cane, che per me costituiva una presenza importantissima, adesso mi sento prigioniera in casa. Come farò - mi chiedo - ad uscire sul terrazzo dopo il tramonto? Il cinghiale era dietro la porta che dà sul bosco. Di fatto, senza l’intervento del cane me lo sarei trovato in casa. E mi chiedo anche: se al posto del cane ci fosse stato un bimbo?».

Il racconto completo su La Provincia di lunedì 10 giugno

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