Val Cavargna, i sindacati accusano
«Troppi incidenti e morti sul lavoro»

Cgil, Cisl e Uil di Como dopo la tragedia di San Bartolomeo chiedono «più controlli e il potenziamento degli enti ispettivi nei luoghi di lavoro»

«Troppi incidenti e morti sul lavoro in Val Cavargna. Adesso basta». Le segreterie provinciali comasche degli edili di Cgil, Cisl e Uil chiedono maggiori controlli nei cantieri alle luce dei gravissimi incidenti avvenuti da dicembre 2018 al 16 settembre 2019. Due morti e altrettanti incidenti gravissimi in Val Cavargna. L’ultima tragedia è quella di lunedì 16 settembre a Oggia di San Bartolomeo Val Cavargna costata la vita a Rosario Lo Bue, 57 anni, di Cima di Porlezza, sepolto dal crollo di un muro.

«L’infortunio mortale avvenuto lunedì a San Bartolomeo, l’ultimo in ordine di tempo, accende ancora una volta la luce sui problemi della sicurezza sul lavoro all’interno del nostro territorio: basti pensare che, negli ultimi dieci mesi, solo in Val Cavargna si contano 4 incidenti gravissimi, di cui due mortali - affermano i sindacati comaschi di categoria - La nostra solidarietà e vicinanza in questo momento di straziante dolore va alla famiglia di Rosario Lo Bue. Gli organi competenti si occuperanno delle indagini, cui ci atterremo, e stabiliranno le cause e le responsabilità. La fatalità non esiste, e di lavoro non si deve morire, ma vivere. Per questo, chiediamo il completamento di quanto previsto dalla legge 81 con la costituzione della patente a punti per il sistema di qualificazione delle imprese».

Per Cgil, Cisl e Uil di Como «servono più controlli e il potenziamento degli enti ispettivi nei luoghi del lavoro. Bisogna reintrodurre il Durc contrastando con forza il lavoro irregolare, moltpilicatore d’incidenti. Chiediamo anche l’applicazione del contratto collettivo a tutti i lavoratori di un cantiere, dando loro uguali diritti e formazione: le aziende devono considerare la sicurezza un investimento, non un costo».

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