“Codice rosso”: una legge per tutelare le donne dalla violenza di genere. In questi giorni arresti e denunce sul territorio

I casi I carabinieri di Cantù, Turate, Mariano Comense e Cermenate sono intervenuti in questi giorni in applicazione della legge “Codice Rosso” che mira a intervenire su casi di maltrattamenti e violenza domestica a danno di donne

Una legge per rendere la giustizia più rapida della violenza

È nota come “Codice Rosso” ed è una legge introdotta dalla presidente della Commissione Giustizia del Senato, Giulia Bogiorno, che la chiama anche «legge contro le inerzie fatali»: il suo scopo infatti è quello di tutelare le donne dalla violenza domestica e di genere, da atti persecutori, maltrattamenti, diffusione non autorizzata di immagini sessualmente compromettenti o ancora da deformazioni dell’aspetto mediante lesioni permanenti. Il riferimento alle «inerzie fatali» invece è legato al fatto che la legge si propone di evitare che le denunce fatte da donne che si sentono in pericolo rimangano inerti negli uffici per lungo tempo, facendo sì che troppo spesso la violenza sia più rapida della giustizia.

In diversi casi negli scorsi giorni la compagnia dei carabinieri di Cantù è intervenuta proprio applicando questa legge che, a seguito di denuncia, impone alla polizia giudiziaria di attivarsi immediatamente per garantire l’immediata instaurazione del procedimento e di eventuali provvedimenti protettivi o di non avvicinamento alla vittima. In seguito alla segnalazione all’Autorità Giudiziaria, i militari hanno attuato le severe norme previste dal: “codice rosso”, e con l’aiuto delle varie Associazioni presenti sul territorio, hanno garantito protezione e sostegno alle vittime.

I casi degli ultimi giorni sul territorio: denunce e arresti

In particolare i carabinieri di Cantù in questi giorni hanno arrestato per atti persecutori un uomo di 57 anni con precedenti di polizia: al termine dell’ennesima lite con una donna con cui aveva avuto una relazione extraconiugale, l’ha aggredita in pieno giorno, verbalmente e fisicamente. Il 57enne da tempo non voleva accettare la conclusione della loro relazione e recentemente aveva assunto ripetuti comportamenti di minaccia e molestia nei confronti della ex. La donna, per questi motivi, viveva da tempo in uno stato di paura e forte ansia.

Ancora più grave la situazione su cui sono intervenuti i carabinieri di Turate che hanno eseguito una misura di custodia cautelare in carcere per atti persecutori, sequestro di persona aggravato, violenza sessuale aggravata e maltrattamenti in famiglia, nei confronti di un 49enne, con precedenti di polizia, che ha commesso questi reati nel mese di aprile verso l’ex moglie e i figli avuti con lei.

Una denuncia a piede libero per maltrattamenti in famiglia invece quella eseguita dai carabinieri di Cermenate a carico di un uomo di 35 anni pregiudicato che ha attaccato, sotto effetto di alcol e stupefacenti, i propri genitori con insulti, minacce e botte. È una denuncia a piede libero anche quella eseguita dai carabinieri di Mariano Comense nei confronti di un uomo di 50 anni di origini straniere, pregiudicato e sottoposto ad una misura di restrizione, che ha minacciato e picchiato l’ex moglie e la figlia.

I consigli per le donne vittime di stalking

Cellulare a portata di mano e prove per denunciare

I carabinieri di Cantù hanno inoltre provveduto a diffondere importanti consigli anti-stalking a supporto di donne che si trovano a essere vittime situazioni di persecuzione e maltrattamenti. In questi casi, spiegano i carabinieri, è bene «tenere sempre a portata di mano un cellulare per chiamare in caso di emergenza un numero di pronto intervento»; «raccogliere “prove” sullo stalking di cui si è vittima» ad esempio conservando lettere, messaggi o email a contenuto offensivo o intimidatorio; «registrare le chiamate, non fermarsi fuori casa in luoghi isolati o appartati, non seguire sempre gli stessi itinerari»; «tenere un diario per riportare e poter ricordare gli eventi più importanti che potrebbero risultare utili in caso di denuncia»; «adottare dei comportamenti tesi a scoraggiare lo stalker come non reagire agli atti persecutori con paura, rabbia o minacce, in quanto si potrebbe rafforzare la motivazione del molestatore».

Ma soprattutto e in definitiva è fondamentale denunciare sempre comportamenti riconducibili a questo tipo di casistica.

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