Lomazzo: l’ex sindaco
condannato a 4 anni e mezzo

Valeria Benzoni aveva costretto un’immobiliare a ridurre un supermarket per far posto a un centro per disabili. Colpevole di concussione con il tecnico comunale. Il pm aveva chiesto l’assoluzione. Il legale: «Incomprensibile»

La pena è pesante, anzi pesantissima, considerato che è stata decisa al termine di un giudizio abbreviato per una vicenda per la quale l’ex sindaco Valeria Benzoni e il tecnico comunale, l’ingegnere Guido Ceruti, avevano già ottenuto una parziale archiviazione.

Ma non si sono salvati dalla imputazione coatta per concussione, in virtù della quale sono stati condannati a quattro anni e mezzo, 45mila euro per danni alle parti civili (provvisionale sul maggior danno da liquidarsi in sede civile), rifusione alle stesse parti civili delle spese legali per 10mila euro, oltre che interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.

Il dispositivo

È il severo dispositivo letto dal giudice Massimo Mercaldo al termine dell’udienza di ieri mattina (necessaria per una integrazione probatoria), dopo che il pm in udienza, Maria Vittoria Isella, aveva concluso invocando l’assoluzione. Così come prima di lei aveva fatto il titolare del fascicolo, il pm Pasquale Addesso.

La vicenda riguarda permessi urbanistici, ed era giunta sul tavolo del giudice Massimo Mercaldo, dopo che un altro giudice, Francesco Angiolini, aveva disposto l’archiviazione per una serie di accuse a carico dell’ex sindaco e del tecnico comunale, disponendo però l’imputazione coatta per concussione o in alternativa abuso d’ufficio per altri aspetti.

L’accusa in pratica è di aver fatto pressioni sulle sorelle Romanò per ridurre significativamente la volumetria destinata ad area commerciale, aumentando la parte residenziale, allo scopo di ottenere spazi utili all’insediamento della onlus società cooperativa Sole, che si occupa del supporto e della riabilitazione di bambini affetti da encefalopatie.

Secondo il capo di imputazione i due, «abusando delle qualità e poteri inerenti le cariche ricoperte, costringevano Lorenza Romanò e Ernesta LuisaRomanò a dare e o promettere indebitamente a Paolo Borghi, socio e presidente di Società cooperativa sociale S.O.L.E., l’utilità consistita nella possibilità di insediare un centro abilitativo per disabili all’interno del piano attuativo “Tr E Romanò” già adottato il 6 marzo 2014 dal Comune di Lomazzo, riferendo alle stesse che avrebbero ingiustificatamente dilatato i tempi di approvazione in via definitiva del predetto piano, ove Lorenza Romanò Lorenza e Ernesta Luisa Romanò non avessero acconsentito a ridurre la volumetria a destinazione commerciale in favore di quella residenziale, necessaria per concedere la predetta utilità».

Di qui la denuncia, presentata dalla sorelle Romanò, assistite in giudizio dall’avvocato Giancarlo Ferrara, che ora avvierà azione civile per il risarcimento del danno subito dalle due sorelle e dalla loro immobiliare (per il quale hanno ottenuto una sorta di anticipo di 15mila euro a testa, a titolo di provvisionale).

«Faremo appello»

«Ma la sentenza sarà sicuramente appellata»: lo dichiara l’avvocato Edoardo Pacia, difensore di entrambi gli imputati. «Questa decisione mi risulta del tutto incomprensibile - dice - Secondo me sussistono elementi contrari alla condanna. Anzi, posso dire che vi sono elementi certi dell’innocenza dell’ex sindaco e del tecnico comunale. La mia valutazione coincide con quella dei due pubblici ministeri che hanno concluso chiedendone l’assoluzione».

Nessuna attenuante, nemmeno le generiche, è stata concessa dal giudice ai due imputati, che pure sono incensurati. Per quanto riguarda Valeria Benzoni, attualmente consigliere comunale, la legge Severino prevede la sospensione dall’incarico anche in presenza di una condanna di primo grado.

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