L’omicida non si dà pace
Oggi sarà interrogato

Veniano. Nel 1995 Luraschi era stato denunciato per porto di un coltello Atteggiamento collaborativo: ha consegnato lui stesso l’arma del delitto

Dal carcere del Bassone trapela che non si dà pace Gabriele Luraschi, il padre di famiglia di Fenegrò che ha confessato l’omicidio di Hans Junior Krupe, 25 anni, morto accoltellato domenica sera al parco delle feste a Veniano.

Non si dà pace l’uomo di 47 anni, per aver tolto la vita a un giovane e per un motivo così futile quanto assurdo: una lite scoppiata per due schizzi d’acqua. E quando dal battibecco i due sono passati alle vie di fatto, per lui è stato un attimo ritrovarsi nelle mani il coltello serramanico, con lama da 9 centimetri, che teneva nella tasca dei pantaloni.

Luraschi aveva già subito un procedimento giudiziario proprio a causa del porto non autorizzato di una lama. Un episodio che risale al lontano 1995, quando appunto venne denunciato per essere stato sorpreso, nel corso di un normale controllo per strada da parte delle forze dell’ordine, con un coltello in tasca. Un fatto che non dice nulla della sua personalità, che anzi, dalle testimonianze dei vicini e dei colleghi di lavoro, emerge come del tutto capace di autocontrollo.

Ieri è stata effettuta l’autopsia.

Oggi a mezzogiorno Luraschi comparirà davanti al giudice per l’interrogatorio di convalida per l'arresto con l’accusa di omicidio volontario. Ha finora mantenuto un atteggiamento collaborativo, confessando il delitto e consegnando ai carabinieri anche l’arma.

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