Oscar Green: il premio di Coldiretti per i giovani agricoltori che guardano lontano. E tra di loro c’è anche un comasco

Concorso Ha solo venticinque anni e una forte passione per i cereali antichi che coltiva su terreni recuperati da uno stato di abbandono. Pietro Castelli Baietti è tra i premiati

Si sono tenuti ieri gli Oscar Green, il premio promosso da Coldiretti Giovani Impresa e giunto alla sua quattordicesima edizione. Il premio punta a valorizzare il lavoro di tanti giovani che hanno scelto di costruire il loro futuro intorno all’Agricoltura: una scelta coraggiosa e per certi versi distante dalle tendenze che sembrano muovere i giovani. Ma anche una scelta che, se ben affrontata, sa coniugare tradizione e innovazione, producendo soluzioni di altissimo livello.

Il premio per i giovani agricoltori

L’obiettivo dei Green Oscar è infatti quello di promuovere l’agricoltura sana del nostro Paese che ha come testimonial le tante idee innovative dei giovani agricoltori, premiando le idee imprenditoriali che sappiano maggiormente coniugare tradizione e innovazione. Un altro aspetto tenuto in alta considerazione dalla giuria valutante i progetti è la tutela e l’arricchimento del territorio.

Dalla fattoria digitale, che con big data e satelliti riduce gli sprechi e aumenta la sostenibilità, alla cipolla medioevale eredità dei monaci benedettini e sigillo di biodiversità, dalla montagna che rivive all’integratore naturale per terreni ottenuti dagli scarti della lavorazione del verde. Sono questi alcuni dei progetti premiati ieri a Palazzo Ducale a Mantova, nell’ultima edizione del premio di Coldiretti. Tra i premiati, anche Pietro Castelli Baietti e i suoi cereali antichi coltivati in provincia di Como.

La cascina dei cereali antichi

Nella categoria del premio intitolata “Custodi d’Italia” spunta il nome di Pietro Castelli, originario di Albiolo, in provincia di Como.

“Custodi d’Italia” è la categoria del premio Oscar Green che maggiormente guarda alle aziende capaci di contribuire al presidio dei territori più marginali e più difficili. Sono inclusi in questa categoria gli esempi di agricoltura eroica e di costruzione di reti che riescono a garantire attività e flussi economici, utili a mantenere la presenza di comunità nelle aree interne e in grado di creare opportunità lavorative.

Viene premiata inoltre la capacità di raccontare il legame delle aziende agricole con il territorio valorizzando opportunità di impresa e lavoro in zone impervie, altrimenti a rischio di abbandono. Gli imprenditori custodi, che si iscrivono in questa categoria, riescono anche a preservare prodotti rari, antichi e quasi persi, facendo sì che il patrimonio di biodiversità di cui il nostro Paese è ricco, non vada perso.

Quando la passione diventa lavoro

Pietro Castelli Baietti ha 25 anni e con grande dedizione è riuscito a trasformare la sua passione nel suo lavoro: ha convinto i genitori ad allargare l’attività agricola di famiglia, affiancando al giardinaggio anche la coltivazione di cereali antichi che oggi porta avanti su terreni recuperati da uno stato di abbandono.

Tra i punti di forza della sua produzione c’è il “Carlunin”, un antico mais rosso coltivato dai suoi antenati. Partendo dai pochi semi che è riuscito a reperire, Pietro oggi coltiva diversi campi con questa varietà, che richiede una raccolta manuale. Altra coltivazione è il frumento “Ardito”, una varietà coltivata più di cento anni fa che risulta essere più resiliente rispetto a quelle moderne anche a fenomeni come la siccità.

La filiera è totalmente interna: il materiale di scarto vegetale prodotto dal giardinaggio viene utilizzato come concime. Da un anno circa, nell’azienda è attivo anche un mulino a pietra che Pietro utilizza per lavorare tutti i cereali coltivati e trasformarli in farina.

© RIPRODUZIONE RISERVATA