«Schenker azienda sana
È stato un blitz preventivo»

I magistrati spiegano che il commissariamento non è punitivo per la multinazionale«ma punta a proteggerla»

«La finalità della misura non è repressiva ma preventiva», essendo dunque diretta «non a punire» una azienda nota nel mondo, bensì «a contrastare la contaminazione di un’impresa complessivamente sana». Con il fine di sottrarla «il più rapidamente possibile all’infiltrazione criminale». Sono le parole del Tribunale di Milano nei confronti della Schenker Italiana, parte della multinazionale tedesca, sottoposta all’amministrazione giudiziaria per la presunta eccessiva vicinanza con una seconda società – la Fiuto Autotrasporti di Lurago Marinone – che per la Procura era nelle mani di fatto di una figura ingombrante come Nicola Bevilacqua, 60 anni di origini calabresi ma con casa a Rovellasca, grazie al tramite della compagna. Quest’ultimo è considerato essere – dagli inquirenti – un uomo legato al clan Mancuso di Limbadi. La misura notificata alla multinazionale con una basi operative a Guanzate (e Montano Lucino) non servirebbe a indebolire la società, ma a rinforzarla e risanarla. Anche l’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale affiancherà l’azienda esaminando contratti e flussi finanziari relativi alle attività comasche, ma non si sostituirà al management che per la «quasi totalità è immune» all’accaduto.

Mauro Peverelli

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