Spintone mortale all’amico fuori dal bar
In carcere a 75 anni per scontare la pena

La tragedia di BinagoPietro Strambini di Solbiate arrestato a tre anni di distanza dall’incidente

Dovrà scontare i cinque anni di condanna. Aveva sempre detto: «Ma non sono un assassino»

«Non sono un assassino». Lo aveva detto e ridetto, Pierino Strambini, 75 anni di Solbiate, che era stato condannato a 5 anni di carcere, in udienza preliminare con rito abbreviato, per omicidio preterintenzionale. Perché il 5 marzo del 2013 aveva dato uno spintone a Massimo Villa, 48 anni, anch’egli di Solbiate, facendolo cadere sul gradino del bar Edera di Binago: Villa era morto il giorno dopo, all’ospedale di circolo di Varese, a causa del gravissimo trauma cranico subito.

Lo scherzo e il rimprovero

Sono passati 22 mesi dalla condanna in primo grado: ieri mattina, Pierino Strambini è stato arrestato dai carabinieri di Olgiate Comasco e portato in carcere al Bassone, in quanto, a 75 anni, deve scontare i 5 anni di carcere. I militari comaschi sono andati a casa dell’anziano per eseguire l’ordine di carcerazione emesso dall’ufficio esecuzione penale della procura di Como.

E pensare che tutto era nato a causa di un banale scherzo. Secondo quanto anche affermato da Strambini, il pomeriggio di quel maledetto giorno, Villa aveva fatto uno scherzo all’amico, quando gli aveva staccato i fili del motorino d’accensione dell’automobile.

Quando Strambini si accorse della burla si arrabbiò. E per questo andò al bar Edera, dove sapeva che avrebbe trovato l’amico.

Ma le sue intenzioni, come più volte ribadito dallo stesso Strambini, non erano certo quelle di togliere la vita all’amico, con il quale aveva in realtà ottimi rapporti. Voleva solo rimproverarlo. E più che arrabbiato, era probabilmente seccato per l’ennesimo scherzo subito.

Così arrivò al bar di Binago poco dopo le 18.40, Massimo Villa, Massimo Villa, elettricista e volontario della Protezione Civile, era arrivato da pochi minuti, subito dopo aver finito di lavorare. Strambini entrò nel bar con l’intenzione di chiarire la situazione. I due uscirono dal locale e qui avvenne la tragedia. Qualcuno disse che ci fu uno spintone o che Villa cercò di evitare di essere colpito da Strambini. Ma proprio l’anziano di Solbiate spiegò quanto avvenuto: «Non lo spinsi dalle scale, ma lo presi per la giacchetta e gli dissi di smetterla di fare quegli scherzi da bambino. Sbiancò, lo lasciai, si girò verso le scale e cadde. È successa una disgrazia, grossa. Non era la prima volta che faceva scherzi, ma quel giorno è capitato quello che non doveva accadere».

Fatale il trauma cranico

Pare che Massimo Villa cercò anche di afferrare il corrimano della scala, senza riuscirci. Così cadde e battè la testa: perse subito conoscenza. Sul posto, in via Matteotti, arrivarono l’ambulanza e l’automedica: Villa fu trasportato d’urgenza all’ospedale di Circolo di Varese. Ma purtroppo fu tutto inutile. I familiari di Villa acconsentirono alla donazione degli organi, mentre iniziò la vicenda giudiziaria per Strambini. Che ieri mattina è entrato in carcere, per quella che lui ha sempre definito «una disgrazia, che non doveva succedere». Perché Villa era un suo amico.

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