Testimonianza da Binago
«Ho salvato i miei ragazzi»

Undici ore di attesa davanti alla frontiera con la Slovacchia, poi 1.400 chilometri in bus. Così Marianna ha portato via dall’Ucraina due figli e tre nipoti

Oltre 1.400 chilometri di viaggio per lasciarsi alle spalle la paura delle bombe e mettersi in salvo. I fratelli Artem e Anna, rispettivamente di 13 e 7 anni, partiti insieme a mamma Marianna e ai cugini Karina di 17, Karolina di 14 e Alessandro di 13, sono stati tra i primi profughi ucraini ad arrivare in Italia nell’ambito del triste esodo che sta coinvolgendo soprattutto donne e bambini.

Sono fuggiti da Uzhorod, una cittadina a pochi chilometri dal confine con la Slovacchia, per raggiungere nonna Halina, residente a Legnano, che nel frattempo si è preoccupata di trovare loro una sistemazione a Binago, grazie all’ospitalità dell’amico Franco.

«Da un giorno all’altro la nostra vita è cambiata - raccontano i cinque cugini - Abbiamo sentito la guerra avvicinarsi pericolosamente alla nostra città. I nostri genitori, quindi, hanno deciso di portarci al sicuro. Noi avremmo voluto restare in Ucraina, anche perché i nostri padri sono rimasti a difendere il territorio. Capivamo, però, che non ci sarebbero state certezze. Venerdì 25 febbraio, un giorno dopo l’invasione, verso le 13, abbiamo raggiunto la frontiera con la Slovacchia».

Lunghe attese al gelo e poi un tragitto di 1.400 chilometri in bus verso Mestre. Infine il viaggio verso il Comasco e la pace ritrovata. «Ma gli uomini sono rimasti a combattere». (Simona Dalla Francesca)

La storia completa su La Provincia di mercoledì 2 marzo

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