Turate, coltellate ai vicini di casa
Padre e figlio restano in carcere

I due sono comparsi ieri davanti al giudice di Como a tre giorni dall’episodio Ricostruiti anni di rapporti tesi. E l’avvocato: «Ricostruzione da accertare»

A parlare, di fronte al giudice delle indagini preliminari di Como, Andrea Giudici, è stato solo il figlio, di 34 anni. Il padre, 77 anni, è invece rimasto in silenzio avvalendosi della facoltà di non rispondere. Giudice che al termine ha disposto la permanenza in carcere dei due arrestati in seguito alla vicenda di sangue che aveva interessato, la mattina di sabato, una casa di Turate in frazione Fagnana, in via San Gerolamo.

L’accusa è stata modificata proprio dal gip: il pm infatti aveva contestato un doppio tentato omicidio, mentre per il giudice si sarebbe trattato di un tentato omicidio e di una accusa di lesioni gravi. La prima con vittima un 38enne vicino di casa, la seconda in seguito alle ferite da arma da taglio subite dalla moglie di quest’ultimo.

Nel corso dell’interrogatorio di ieri mattina, il figlio avrebbe confermato i litigi pregressi tra i due nuclei famigliari, per questioni legate sia ai rumori che provenivano dal piano di sopra, sia a cose che cadevano dal balcone. «La ricostruzione di quanto accaduto è ancora da accertare – dice l’avvocato Francesco Mitrano, del foro di Busto Arsizio, che assiste papà e figlio – Posso solo confermare che c’era tra i due nuclei famigliari una situazione pregressa che proseguiva da anni, screzi che avevano portato già a denunce-querele tra le parti. L’ultima risaliva a gennaio di quest’anno».

La vicenda risale alle 9.40 della mattina di sabato. Una lite scoppiata nel cortile di casa e che ha portato al ferimento con armi da taglio sia del marito sia della moglie che abitavano al piano di sopra. L’uomo, colpito da cinque coltellate, era rimasto a terra in una pozza di sangue, grave, in codice rosso ed era stato portato al San Gerardo di Monza. La moglie, accoltellata a un fianco, era stata ricoverata al Sant’Anna. Entrambi si trovano ancora in ospedale ma non sarebbero in pericolo di vita. (M. Pev.)

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