«Uccise l’anziano di Rovello»
Nuova accusa per Cazzaniga

Morti in corsiaChiuse le indagini per la scomparsa di Domenico Brasca Secondo la procura erano stati eccessivi i farmaci dati in pronto soccorso

Leonardo Cazzaniga, ex viceprimario del pronto soccorso di Saronno imputato a processo per 11 morti sospette in corsia e tre nella famiglia dell’ex amante infermiera Laura Taroni, è accusato di un altro omicidio.

La Procura di Busto Arsizio (il fascicolo è a firma del Procuratore della Repubblica di Busto Gianluigi Fontana e del Pm Maria Cristina Ria) ha chiuso le indagini sulla morte di Domenico Brasca, 81 enne deceduto in casa sua a Rovello Porro nel 2014, dopo essere stato dimesso dall’ospedale di Saronno dove Cazzaniga lo aveva seguito. Per l’accusa, ad ucciderlo sarebbe stato un cocktail di farmaci, di cui traccia è stata trovata nei suoi tessuti.

Il decesso di Brasca era avvenuto il 18 agosto del 2014 e viveva a Rovello Porro, dove era socio di un’attività di verniciatura industriale, la Metalcol di via Mazzini, il cui stabilimento nato intorno agli anni Cinquanta sorge proprio di fianco alla sua abitazione.

A far indagare sulla morte di Brasca sono stati i suoi familiari che, letto delle accuse mosse al medico che aveva trattato il loro congiunto, ne hanno segnalato il decesso in Procura. A seguito di queste verifiche, era stata disposta la riesumazione della salma dell’uomo, con la formula dell’incidente probatorio, e sulla sua salma erano quindi stati effettuati gli esami tossicologici.

La conclusione degli esperti nominati dalla procura era stata in tal senso chiara: Midazolam, Promazina e Clorpromazina, rispettivamente ansiolitico, anti-psicotico e neurolettico per la cura della schizofrenia, erano presenti nel corpo di Domenico Brasca. Farmaci che, sempre secondo i tecnici, sarebbero stati somministrati dal dottor Leonardo Cazzaniga durante la permanenza dell’uomo al pronto soccorso di Saronno. Farmaci che, infine, avrebbero causato la morte di Brasca.

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