Veniano, il bacio della mamma
al suo Hans ucciso a coltellate

Una fiaccolata per ricordare il giovane morto dopo un litigio nel parco comunale

Un bacio carico d’affetto da mamma Johanna per il suo Hans che non c’è più. Commozione e tristezza tra i familiari, gli amici e i vicini di casa di Hans Junior alla fiaccolata organizzata per rendergli omaggio.

È trascorso un mese dalla sera del 16 giugno in cui il giovane venticinquenne Hans Junior Krupe è stato ucciso da Gabriele Luraschi, al culmine di un litigio nel parco comunale. Domenica sera, familiari, vicini e amici, dalla casa di via de Gasperi sono arrivati all’ingresso del parco vicino agli spogliatoi. Mamma Johanna ha dato loro un lumino rosso per ricordare il suo ragazzo.

Insieme hanno percorso quel tratto che separa l’ingresso dalla panchina in cui Hans, dopo essere stato accoltellato, ha chiesto aiuto prima dell’arrivo dei soccorsi.

Un gigante di due metri

Il piccolo corteo, in silenzio si è radunato commosso davanti alla panchina, dove ogni giorno aumentano i fiori, le candele, i messaggi per quel ragazzo di quasi due metri che un tempo sognava un futuro sportivo nell’hockey su ghiaccio.

«Da ragazzino era molto bravo nell’hockey, aveva giocato per squadre svizzere con buoni risultati. Lo accompagnavamo spesso alle partite. Era già così alto che faceva da muro agli avversari» è il ricordo di papà Hans di suo figlio, ancora bambino, prima dell’inizio del momento di ricordo.

Quel ragazzino vivace e sportivo di un tempo aveva poi percorso altre strade. Il giovane Hans Junior lavorava da qualche tempo per l’Ups, il colosso delle spedizioni, prima che la sua vita fosse spezzasse per sempre. Davanti alla panchina del dolore sono state recitate un Ave Maria e un Padre Nostro, poi una vicina ha letto una toccante preghiera di un’amica che come mamma Johanna ha perso sua figlia ancora giovane.

In religioso silenzio la mamma di Hans ha ascoltato quella preghiera che raccomanda di tenere nel cuore i propri cari, in modo da averli sempre vicini anche quando sembrano essere lontani.

Poi commossa , si è inginocchiata per dare un bacio all’immagine di suo figlio, una carezza e ha deposto il lumino e così hanno fatto, uno dopo l’altro, gli amici a testa bassa e con gli occhi lucidi che attorniavano i genitori del ragazzo. Attorno a loro, i bambini nella parte più bassa del parco giocavano sulle altalene e nei campetti sotto un gruppo di ragazzini faceva una partita a pallone.

Solo quando un pallone lanciato troppo lontano è arrivato sotto ai gradoni in cui un mese fa si è consumata la tragedia il ragazzino che recuperava il pallone ha rivolto lo sguardo in alto e ha capito che vicino a lui c’era l’immenso dolore di una famiglia. Gabriele Luraschi, il padre di due bambini, che un mese fa proprio su quei gradoni ha avuto con il giovane una lite culminata nell’accoltellamento del ragazzo, non è più uscito dal carcere dell Bassone in cui si trova dal giorno dopo l’omicidio.

La vicenda giudiziaria

Il Tribunale del Riesame non ha concesso la scarcerazione dell’uomo, ma i legali di Luraschi hanno presentato istanza per incidente probatorio che consentirebbe di assumere agli atti e con rilevanza la testimonianza del figlio undicenne che avrebbe assistito quella sera al litigio tra il padre e il giovane. La strategia difensiva mira ad ottenere una diversa configurazione del reato, cioè non omicidio volontario aggravato da futili motivi e dalla presenza del figlio minore.

I legali sostengono che l’uomo fu provocato e che avrebbe agito per legittima difesa, al limite per eccesso colposo di legittima difesa o in subordine, omicidio preterintenzionale, in modo che possa avvalersi del rito abbreviato.

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