«Addio, Saretta»
Cabiate si ferma
per l’ultimo saluto

In 400 si sono stretti ai familiari in chiesa e fuori. Tante presenze tra la “sua” Ginnastica e la Croce Bianca. Don Walter Anzani: «L’amore è più forte della morte»

Una pioggia leggera, come le lacrime, ha iniziato a scendere al termine della cerimonia funebre. Una cerimonia dolorosa, ma nello stesso tempo serena per la consapevolezza che Sara Colombo, strappata alla vita terrena a soli 35 anni dopo una lunga malattia, è stata un dono. Per tutti: per la sua famiglia (mamma Mariella, papà Ezio, il fratello Luca); per le amiche; per le colleghe, le mamme, le atlete della Ginnastica Cabiate; per i bambini della scuola materna di Cesano, dove insegnava.

In tanti hanno voluto dare ieri pomeriggio l’ultimo saluto ad una ragazza solare che ricorderanno sempre per il bellissimo sorriso. In pochi, poco più di un centinaio sui 3-400 totali, comprese anche alcune ginnaste, hanno potuto entrare nella chiesa parrocchiale (a causa delle norme anti Covid).

L’omelia

Molti sono rimasti sul piazzale, ad ascoltare, con grande partecipazione la messa funebre, celebrata dal nuovo parroco don Giovanni Piazza e da don Walter Anzani, vicario alcuni anni fa a Cabiate. Sul piazzale anche due ambulanze della Croce Bianca di Mariano ed una quarantina di volontari:il padre Ezio è stato per diversi anni un volontario.

«Ci siamo incontrati l’ultima volta per il funerale di don Carlo Travaglino: avrei voluto abbracciarti ma la pandemia ce l’ha impedito - ha detto nell’omelia don Walter con la voce rotta dall’emozione - “Saretta”, voglio continuare a chiamarti così, come facevo quando eri mia alunna a scuola e venivi all’oratorio. Avrei voluto chiederti del tuo “calvario”, come definivi la tua malattia. Di quell’ospite inatteso che hai combattuto, con i tuoi familiari, ma che non sei riuscita a sconfiggere».

Don Walter ha poi invitato i presenti ad avere fede: «L’amore è più forte della morte .Impariamo a fare tesoro delle cose belle e buone che Saretta ci ha lasciato». Ha poi concluso leggendo uno scritto di don Travaglino, recentemente scomparso. «Quando morirò non piangete: è un Amore che mi attende».

Il messaggio delle “sue” ginnaste

Molto commovente il messaggio letto al termine della messa da Glenda Seveso, a nome di tutte le allenatrici, i dirigenti, i genitori e le atlete della Ginnastica Cabiate. «Ricordo con affetto lo sguardo all’arrivo dei “nani”, cosi amavi chiamarli, la camminata sulle punte da principesse, le storie che creavi a ogni saggio. Adesso mi sa che ti hanno chiamato lassù perché sei troppo meravigliosa e vogliono conoscere anche lì la tua anima generosa e gioiosa. Voglio pensarti serena e gioiosa lassù, ad insegnare ed inventare giochi per i tuoi bambini, a dispensare sorrisi luminosi, come quelli che hai generosamente regalato a chi ti ha conosciuto».

All’uscita dalla chiesa ad attendere il feretro il picchetto dei volontari della Croce Bianca, che hanno accompagnato Sara al cimitero. Assieme ai familiari anche molti cabiatesi che hanno voluto stringersi a Sara, per salutarla, per l’ultima volta. Struggente il ricordo sui social del compagno Marco, che ha pubblicato un video con le immagini felici ma anche con quelle della lotta contro la malattia: «Purtroppo abbiamo perso la battaglia e tu sei volata via. Ora puoi finalmente riposare e tenerci d’occhio da lassù, piccola Stella senza cielo». Quel cielo che ha lasciato cadere le gocce di pioggia, “lievi” come lacrime.

Guido Anselli

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