Altri 227 positivi e sei vittime
Coronavirus, è la terza ondata

Si ferma la discesa del numero dei contagi - L’esperto: «Paghiamo in parte gli effetti dello shopping. Natale e Capodanno? Ancora troppo presto per capire»

Altri 227 nuovi positivi e sei decessi. Dei 24mila tamponi analizzati ieri in Lombardia 2506 sono risultati positivi, il 10%. Dei 63 decessi registrati come detto sei sono comaschi, siamo a 1508 lutti pianti nel comasco dall’inizio della pandemia, 837 nella sola seconda ondata.

C’è un balzo di 141 positivi ricoverati in più a fronte delle dimissioni negli ospedali lombardi. Per stare ai contagi davanti ai 227 nuovi positivi di Como c’è Milano (+641), Brescia (+413) e Mantova (+244), dietro Monza (+195) e Pavia (+183), meno Varese (+87). Lo scenario è descritto dalle autorità come preoccupante, si guarda all’arrivo di una terza ondata che comincia a montare. Lo stesso presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha detto che siamo di nuovo vicini alla zona rossa per colpa dell’indice dei contagi in risalita e del tasso di occupazione delle terapie intensive.

«Nel nostro territorio in realtà è ancora in corso una diminuzione dei pazienti nelle rianimazioni iniziata dalla seconda metà di novembre anche se ormai è molto modesta – spiega Carlo La Vecchia, professore di statistica medica ed epidemiologia all’università degli Studi di Milano – Letti a parte c’è da sottolineare una grande stanchezza del personale medico. La lettura sui ricoveri ordinari è di più difficile lettura, ma da Natale c’è un sostanziale stallo. I decessi restano stabili, ma ben oltre l’indice di mortalità e dunque non possono essere tollerabili per la società e per il governo. Insomma tutti gli indicatori ci dicono che la discesa della seconda ondata è finita. L’andamento di oggi riflette all’incirca ciò che abbiamo fatto dal 20 dicembre. C’è forse un effetto shopping, non ancora un effetto cena di Natale, che comunque non è stimabile, non è fotografabile». Difficile capire cosa lombardi e comaschi abbiano fatto alla vigilia e a capodanno nelle loro case, per ora non si vedono grandi aumenti anche se è lecito pensare ad un prossimo incremento. Adesso però è partita la campagna vaccinale anti Covid.

«Ma nei prossimi due mesi non credo che le cose cambieranno molto – spiega ancora il professore – le vaccinazioni sono ristrette ai soli sanitari, che è certo utile difendere e solo a qualche Rsa. Per frenare la circolazione del virus servono decine di milioni di persone vaccinate. L’ostacolo non è solo il tempo che intercorre per vaccinare tutti, ma anche la disponibilità dei vaccini. Per ora ne abbiamo pochi, abbiamo opzionato molte forniture, sì, ma non sono ancora fisicamente negli ospedali e negli ambulatori. Vedo con occhio critico i ritardi delle autorità nell’approvazione dei nuovi vaccini, per esempio l’AstraZeneca, un vaccino peraltro più maneggevole. È un presidio ormai riconosciuto in Inghilterra come in India che ha un’efficacia certificata e non ha effetti collaterali a breve termine. Ogni giorno perso sono nuovi contagi, quindi nuovi malati e nuovi decessi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA