Ancora 289 contagiati
«Scuole, test a tappeto
per evitare la chiusura»

Como: resta alto il dato dei positivi, tre i decessi. Il virologo Pregliasco: «Avanti con le lezioni anche in presenza, ma facendo tamponi rapidi a tutti ogni due settimane»

Il contagio continua a crescere in tutta la Lombardia, servono chiusure mirate e tamponi a tappeto nelle scuole. A Como altri 289 positivi e tre decessi.

Anche ieri il bollettino diffuso dalla Regione ha comunicato dei dati preoccupanti, dei 46mila tamponi analizzati, di cui 12mila rapidi, 4.557 hanno dato esito positivo. Il tasso di positività sfiora il 10% detto che senza i tamponi veloci conteggiati nelle statistiche da gennaio questa percentuale sarebbe ben più elevata.

I dati

In una settimana la nostra provincia ha contato 1.519 casi per circa 2.500 soggetti attualmente positivi, ci sono 254 contagiati ogni 100mila abitanti. Numeri che in rapporto agli abitanti sono secondi solo a Brescia (+918) che ormai viaggia a passi da un migliaio di nuovi casi al giorno. Peggiora Milano (+1.145), Monza (+505), Varese (+365) e Bergamo (+358). I decessi sono in lieve aumento, 48 quelli comunicati dalla Regione di cui tre nel comasco. La nostra provincia ha pianto 1.746 vittime dall’inizio della pandemia. In attesa dei vaccini occorre arginare in qualche modo la pandemia.

«Come forma di prevenzione serve fare i tamponi agli studenti ogni quindici giorni – commenta il virologo Fabrizio Pregliasco – screening a tappeto per arrivare prima dei possibili focolai. Come si fa del resto per allenamenti e attività sportive. Nelle prossime settimane è lecito aspettarsi un peggioramento, fino almeno a metà marzo. Sperando poi che la zona arancione offra dei risultati ed eviti il passaggio alla zona rossa. Certo questo è un momento delicato. Speriamo di avere la capacità di gestire questa recrudescenza della pandemia, per non far salire la terza ondata. Fronteggiando con delle chiusure mirate l’aumento dei contagi, anche per dare conto a stringenti necessità economiche. Così da non vedere nuovamente tanti ricoveri negli ospedali».

Trovare le varianti

Secondo Pregliasco è giusto impegnarsi per individuare le varianti, che sono l’«attuale emergenza». Detto che le mutazioni del virus sono una «evoluzione naturale», l’unica strada che ha il Covid per continuare a contagiarci. Quanto alla variante inglese ci è ormai sfuggita.

«Siamo attorno al 40% sul totale del virus in circolazione – dice Pregliasco – e a breve diventerà prevalente». Tutte le speranze allora guardano alle vaccinazioni. «All’inizio come immaginabile c’è stata una grande aspettativa, oltre le reali disponibilità – ragiona il virologo – come successo a marzo con i dispositivi di sicurezza siamo partiti in grande svantaggio, senza sufficienti materie prime. Dobbiamo cercare di buttare la palla avanti e far proseguire la campagna vaccinale sperando che dal mese prossimo ci sia modo di accelerare. Possiamo anche procedere passo a passo. L’opzione di concentrare le vaccinazioni nelle zone più colpite è interessante. Come ritardare la seconda dose per ampliare la platea visto che gli studi e l’applicazione sul campo offrono riscontri positivi».

I ricoveri negli ospedali dopo una forte crescita alla fine della scorsa settimana ieri non sono molto aumentati. È così anche negli ospedali pubblici comaschi che curano 211 pazienti contagiati, di cui 160 al Sant’Anna che ha anche 10 malati in terapia intensiva e sei in attesa al pronto soccorso. A Cantù ci sono 17 casi Covid e 8 pazienti in pronto soccorso, a Mariano i casi lievi sono 20. S.Bac.

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