Binago, multe scontate
Chiesto un anno per i vigili

Il pubblico ministero sollecita la condanna degli agenti. L’ex comandante in aula: «L’ho fatto per venire incontro alle persone»

«Quando si poteva cercavamo di andare incontro alle persone. Se uno doveva andare in farmacia e aveva preso la multa per un divieto di sosta di pochi minuti, cambiavamo l’articolo contestato così da fargli pagare di meno. Forse avrò sbagliato, ma ero convinto di essere nel giusto».

L’ex comandante della polizia locale di Binago, Giovanni Colasuonno, 64 anni, non cerca scuse e non s’inventa ricostruzioni fantascientifiche per tentare di giustificare l’accusa di aver falsificato 130 verbali di contravvenzione per divieto di sosta, cambiati per venire incontro agli automobilisti. E nonostante la sua schiettezza e l’assoluta convinzione di aver semplicemente applicato la legge «alla luce del sole», ieri il pubblico ministero ha chiesto per lui e per l’altro agente, Antonello Galfredi, 54 anni, una condanna a un anno di reclusione.

L’inchiesta

L’inchiesta era scattata quattro anni fa, quando in Procura era arrivato un esposto che segnalava una serie di presunte irregolarità al comando della polizia locale di Binago nella gestione delle contravvenzioni.

In effetti l’inchiesta della Guardia di finanza aveva permesso di scoprire oltre un centinaio di multe con lo sconto per un mancato introito per il Comune di circa 2.500 euro. Nel corso dell’inchiesta l’ex comandante aveva raccontato di aver applicato - ad esempio - uno sconto a un automobilista che posteggiò il furgoncino in prossimità di una curva ma soltanto per poter soccorrere le vittime di un incidente; e di aver concesso lo sconto anche a un residente che posteggiò in divieto per correre in farmacia ad acquistare medicinali per la suocera malata; e ancora di essere venuto incontro a un disabile che aveva omesso di esporre il tagliando.

La giustificazione dell’imputato

«Io - ha ribadito anche ieri in aula - ho sempre fatto tutto alla luce del sole convinto di poter applicare quanto previsto dalla legge 689 del 1981, che secondo la mia interpretazione consente, entro i limiti minimo e massimo contemplati dalla legge, di bilanciare gli importi delle multe in base alle circostanze».

Una spiegazione che secondo il pubblico ministero non è sufficiente a far scattare l’assoluzione: da qui la richiesta di un anno di condanna. Tra due settimane toccherà ai difensori dei due imputati - gli avvocati Roberto Rallo per Colasuonno e Marco Scarpone per Galfredi - intervenire con le proprie arringhe. La sentenza è comunque attesa entro la fine del mese.n 

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