Boom di calabroni giganti nel Comasco
L’esperto: «Uccideteli, sono pericolosi»

Esemplari che raggiungono i 5 centimetri di lunghezza: sono femmine feconde. Mario Colombo: «Attaccano facilmente l’uomo e il veleno è potente, bisogna fare attenzione»

Il rumore è quello di mini elicotterini e, a vederli, fanno pure una discreta paura arrivando anche a 4-5 centimetri di lunghezza. Si tratta dei calabroni, o “vespa crabro” che stanno letteralmente invadendo molte zone del Comasco.

C’è chi ne ha uccisi quasi una decina nell’arco di una manciata di giorni e, questo, sta a significare che devono avere costruito un nido nei pressi dell’abitazione.

Grandi dimensioni

«Le vespe crabro che si vedono adesso di grosse dimensioni - spiega l’entomologo Mario Colombo - sono tutte femmine feconde che stanno costruendo una nuova famiglia. Questo vuol dire che, se non si prendono provvedimenti, nel giro di un mese-un mese e mezzo ci si ritroverà con decine e decine di esemplari. A differenza delle api, che si nutrono del polline come componente proteica, le vespe sono zoofaghe e sono quindi predatrici. Ecco perché attaccano facilmente anche l’uomo». Colombo avverte anche sui rischi: «Sono pericolosi per le persone a causa del veleno contenuto nel pungiglione che, in qualche caso, si è dimostrato letale, ma anche per altri animali, in primis per le api. Hanno “mandibole ossee” e muscoli molto forti e, in caso di puntura, fanno anche molto male». Cosa fare, quindi? L’esperto invita ad ucciderli per evitare di ritrovarsi, nel giro di qualche settimana, con centinaia di esemplari a ridosso della propria abitazione. «Si possono utilizzare sia gli appositi spray per vespe e calabroni al fine di distruggere il nido - spiega - infatti che hanno un getto efficace anche a qualche metro e, quindi, consentono di agire senza correre pericoli. La sostanza, tra l’altro, “addormenta e congela” l’animale e, quindi, non gli provoca nemmeno dolore quando viene ucciso. Inoltre si possono anche realizzare delle trappole prendendo una bottiglia vuota d’acqua e riempiendola per un terzo di birra e utilizzando un tappo speciale, che si trova nei garden o nei consorzi agrari, che una volta entrato l’insetto non lo fa più uscire». Altro consiglio pratico, soprattutto in questo periodo quando si sta più tempo in giardino, è quello di controllare sempre prima di bere. Sconsigliato, soprattutto per le vespe, lasciare bicchieri pieni di sostanze zuccherine o alcoliche o lattine aperte poiché si rischia di ritrovarsi a bere anche l’insetto e, se punge la gola, la situazione rischia di essere irrecuperabile.

Attenzione, infine, al possibile nido: dai sottotetti alle intercapedini, ma anche all’interno delle siepi o sotto terra. Questi ultimi c asi sono particolarmente pericolosi «poiché si appoggia la mano o il piede e ci si ritrova aggrediti da tanti esemplari». Il nido - anche se, come detto, non è sempre visibile - «è cuoriforme di cellulosa impastato con la saliva».

La versione “giapponese”

Negli ultimi anni si è parlato del cosiddetto “calabrone Distico o giapponese” killer, che però nelle nostre zone e in Italia non è ancora presente. Come riconoscerlo eventualmente? Innanzitutto i colori, essendo prevalentemente nero con capo giallo. C’è invece, ma limitatamente alla zona dell’Oltrepo pavese, la vespa “velutina”, letale per gli alveari.

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