Botte, insulti e lancio di oggetti in casa
Accusata per maltrattamenti al marito

Comasca sotto inchiesta: negli ultimi due anni avrebbe vessato il familiare - Secondo la Procura la moglie avrebbe anche frustato l’uomo e minacciato di ucciderlo

Como

Sono a decine, ogni anno, i fascicoli per maltrattamenti in famiglia sui quali la Procura è costretta a indagare. E tutti hanno lo stesso filo conduttore: il marito o il fidanzato o il convivente che picchiano e insultano e rendono la vita un inferno a una donna. Tutti, tranne rarissime eccezioni.

Come quella per la quale una donna di 64 anni di Como (di cui non facciamo il nome per tutelare, in particolare, la figlia anche lei presunta vittima dei maltrattamenti) ha ricevuto nelle scorse settimana un avviso di chiusura delle indagini preliminari, passaggio obbligatorio prima di una possibile - ma non certa e neppure scontata - richiesta di processo.

Nella casa teatro di questo scontro famigliare, la situazione - stando a quanto ricostruito dagli inquirenti - precipita nell’estate di due anni fa. All’epoca la donna scopre che il marito avrebbe avuto una relazione extraconiugale. Un fatto che avrebbe causato da quel momento in avanti frequenti reazioni di rabbia da parte della moglie, accusata dalla Procura di aggressioni, insulti, vessazioni, minacce di morte, vere e proprie violenze fisiche.

L’inizio delle tensioni

Il primo episodio, denunciato dall’uomo, risale all’estate 2019, poco tempo dopo la scoperta della presunta relazione extraconiugale. In quell’occasione la moglie gli avrebbe strappato, nel corso di una lite, la maglietta (dopo avergli urlato frasi del tipo «maledetto il giorno che ti ho conosciuto», più tutta una serie di insulti annessi) e avrebbe lanciato una scatola di ferro piena di chiavi contro la figlia, intervenuta per difendere il padre.

Nel corso del 2020, complice anche il lockdown, le liti si sono moltiplicate. Sarebbero almeno sette gli episodi contestati, l’ultimo dei quali - sfociato poi nella denuncia - costato un passaggio in pronto soccorso da parte dell’uomo con una prognosi di sette giorni per alcune escoriazioni e lividi.

A marzo la donna si sarebbe scagliata contro il marito a suon di schiaffi e calci e, nel bel mezzo del raptus di rabbia, avrebbe afferrato un martello e distrutto un vetro nonché la porta della camera da letto della figlia.

Ad aprire l’uomo sarebbe stato spinto contro un muro dalla moglie e colpito al volto con un mazzo di chiavi.

A maggio doppio episodio: dapprima pugni, schiaffi e insulti: il marito, appena rientrato dal lavoro, aveva preso le difese della figlia nel corso dell’ennesima lite tra la ragazza e la madre. Quindi, verso fine mese, avrebbe frustato il marito usando un metro e poi lo avrebbe minacciato di morte.

La denuncia

A fine giugno l’escalation che ha portato l’uomo a denunciare ogni cosa. Una sera la moglie lo avrebbe raggiunto sotto casa, mentre lui passeggiava con il cane, colpendolo con diversi schiaffi al volto; quindi la donna dopo aver distrutto un vaso aggredisce (episodio ripreso con il cellulare dalla figlia) il marito. Infine le botte alla schiena e al viso terminate con il passaggio in pronto soccorso.
P.Mor.

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