Calcetto, quattro mesi di astinenza
E una maratona per ricominciare

Como, pienone al centro sportivo di Ponte Chiasso per il ritorno della “partitella” tra amici. La ripartenza tiene a battesimo il trofeo “Città di Como”

«Mia!», «Passa!», «Chiudi!», «Rigore!». L’attesa è finita, si ricomincia a giocare a calcio a 5 nei centri sportivi comaschi.

Il “decreto calcetto”, come è stato soprannominato dai cultori di questa disciplina sportiva, dopo la specifica ordinanza regionale di venerdì pomeriggio è diventato realtà. E, immediatamente, c’è stata la corsa al campetto per giocare. Dopo mesi in cui la partitella tra amici è stata vietata in ogni luogo a causa del coronavirus e i centri sportivi hanno chiuso, rimandando l’attività a tempi migliori, ieri è stato il primo giorno di normalità.

Non tutti i campi della città hanno riaperto. Il “Caduti di Nassiriya” a Sagnino, gestito da Csu (due campi, uno coperto e uno scoperto) è ancora fermo, in attesa di capire se ne valga davvero la pena. Ma a Ponte Chiasso, nel centro sportivo comunale gestito dalla Ads Ponte Chiasso e dal suo presidente Oscar Soldarini, la struttura ha fatto il pienone. Un vero e proprio sold out, atteso, perché per prepararsi al gran giorno, è stato organizzato nei giorni scorsi un torneo celebrativo della ripartenza, la prima edizione del “Trofeo Città di Como” di calcio a 5, una maratona di dodici ore in campo. Sotto il ponte dell’autostrada, fin dal mattino, il centro sportivo si è animato soprattutto di ragazzi. Un viavai di colori, sorrisi e voglia di giocare. A tutti i giocatori è stata provata la temperatura, per le docce – chi l’ha fatta – ci si è organizzati a piccolissimi gruppi di due. Assembramenti? Solo davanti ai tavolini, come succede in tutti i bar, per bere una birra e per il pranzo.

Per il resto, nei due campi – uno a 5 e uno a 7 giocatori diviso in tre campetti più piccoli -, si è sentita tutta la voglia e il desiderio, represso da marzo, di poter giocare. «Per noi non è stato facile barcamenarci senza i nostri campionati amatoriali – dice il gestore della struttura, Oscar Soldarini -, finalmente possiamo tornare a respirare un po’ anche noi. Guardate un po’ quanta gente: il calcetto unisce giovani e meno giovani».

A Ponte Chiasso, in campo e come arbitro, ieri c’era anche Gianluca Greco, calciatore dilettante del Balerna, con un passato nelle giovanili del Como e in prima squadra: «La gente non vedeva l’ora di riprendere, questi mesi senza calcio sono stati pesanti. In campo, come si vede, c’è tanta energia, c’è qualcuno che prova anche a strafare. Bisogna anche stare attenti agli infortuni dopo tanto tempo…».

Felicissimo anche Gabriele Kumah, punto di forza della squadra “Bogotà” iscritta alla dodici ore pontechiassese: «È una giornata perfetta, passata tra amici, calcio e bel tempo. Poi ci si conosce tutti, è bello anche rivedere persone che non si vedeva da molto tempo». In campo anche la “No Name”, guidata da Leonardo Nembri: «Ci eravamo abituati a stare chiusi a casa, ora invece si può uscire e giocare a calcio, come non accadeva da marzo. Vedo tutti vogliosi di vincere, ma soprattutto di entrare fisicamente in campo. Ci tengono tutti, anche se in palio non c’è niente…». (Luca Pinotti)

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