Cedro caduto in municipio
Gli esperti contro il Comune

Como, polemica per l’albero. «Era ok». «No, non è stato un crollo inatteso»

È subito diventato un caso il cedro in Comune caduto l’altroieri a causa del vento: la pianta andava o no abbattuta?

L’albero era stato segnalato da diversi professionisti come a rischio. La prima voce era stata quella dell’architetto Antonio Capsoni, componente nonché ex presidente della commissione Paesaggio, prima a sostenere di avere segnalato, inutilmente, la situazione di pericolo.

È su quell’inutilmente che non c’è accordo. Perché gli uffici tecnici di Palazzo Cernezzi replicano di aver disposto davvero tutti i controlli del caso. Risulta che, in effetti, un’analisi sia stata affidata allo studio monzese di Sovico dell’agronomo Dante Spinelli, anno 2018, i cui esiti l’agronomo consegnava il 3 maggio scorso, poco prima che Capsoni scrivesse.

La verifica di stabilità delle essenze arboree è svolta in modo approfondito: il tecnico incaricato dal Comune esegue una prova di carico a vento e spiega che «la pianta non è soggetta a rischio ribaltamento o cedimento, il fattore di sicurezza è buono e il pericolo è relativamente basso». La diagnosi anche tomografica rileva però alcune alterazioni per le quali si prescrive una sorta di terapia. «Occorre rimuovere l’impianto di irrigazione – si legge nel documento di Spinelli - fare dei trattamenti biostimolanti, bisogna evitare delle potature drastiche e curare i funghi antagonisti». Si prescrive quindi un controllo annuale. Lo studio si conclude così: «Nel caso sia ritenuta non realizzabile anche una sola delle terapie proposte si suggerisce l’abbattimento. Perché la patologia in corso è degenerativa e non può migliorare con conseguente disseccamento o schianto».

La domanda conseguente è scontata: sono state somministrate le terapie proposte? «L’abbattimento di una pianta secolare tanto maestosa - risponde l’assessore al Verde Marco Galli - non si decide con rapida superficialità. Le analisi sono state approfondite e le terapie suggerite sono state tutte rispettate. Era già stato disposto sottolineo un successivo controllo all’interno del nuovo appalto».

L’opinione di diversi tecnici ed esperti è però diversa. Quella pianta era da abbattere perché malata, i segni del tempo sul tronco e sui rami erano evidenti. «Il cedro manifestava da tempo segni di deperimento e di presenza fungina - spiega l’agronoma comasca Anna Borghi, membro della commissione paesaggio del Comune -. Il crollo della pianta dunque non era inaspettato. Quell’albero doveva essere abbattuto. I cedri raggiunta una considerevole età, oltre i 60, 80 anni, hanno un elevato grado di criticità. Il fatto era già stato evidenziato in maniera anche formale per esempio dall’architetto Capsoni, ma anche noi colleghi l’avevamo fatto presente informalmente all’amministrazione. Dalla data dello studio redatto dall’agronomo esterno le condizioni della pianta sono poi peggiorate. Io stessa ho effettuato alcune analisi, la pianta ormai suonava “vuota”. Guardando le foto della zolla ribaltata risulta chiaro il cedimento dell’apparato radicale. Le radici - conclude Anna Borghi - sono state rotte in maniera netta dall’attacco fungino che era da molto in corso».

© RIPRODUZIONE RISERVATA