Cernobbio si ferma per Filippo
Il campione che non si arrendeva

Alle 14.30 in riva l’addio all’iridato di canottaggio, scomparso per un tumore a 26 anni. Anche questa mattina la camera ardente al palazzetto dello sport. Le testimonianze degli amici

Sarà una giornata triste e difficile, quella di oggi. Tutta Cernobbio e una parte d’Italia si fermeranno, dalle 14.30 di questo pomeriggio, per dare l’ultimo saluto a Filippo Mondelli, ex campione di canottaggio strappato alla vita da una terribile malattia a 27 anni ancora da compiere.

Il rito funebre si svolgerà in riva a Cernobbio, all’aperto dunque, anche se nemmeno il lungolago del suo amato paese sarà abbastanza grande da poter contenere tutte le persone che vorranno stare vicino a Pippo un’ultima volta.

I messaggi

Da quando il campione non c’è più, sono stati tantissimi i messaggi di affetto e cordoglio arrivati alla sua famiglia: la stessa vicinanza che il cernobbiese aveva ricevuto anche in tutte le fasi della malattia, perché non ha mai combattuto da solo. Eppure, molto spesso, era proprio lui a dare la forza a chi gli stava vicino.

Il tumore si era presentato a gennaio dello scorso anno, con un osteosarcoma alla gamba: Filippo aveva subito un’operazione e iniziato cicli di chemioterapia, ma nonostante ce l’abbia messa tutta, nemmeno la sua incredibile forza ha potuto contrastare il male. Questa mattina sarà ancora possibile recarsi alla camera ardente allestita al palazzetto dello sport di Cernobbio dalle 10 alle 12: sono state tantissime le persone che hanno fatto visita al campione cernobbiese, molti con un fiore e gli occhi gonfi di lacrime.

Il lutto ha interessato tutta Italia, con pensieri carichi di commozione arrivati dal mondo dello sport e della politica: ieri è stato fatto un minuto di silenzio a Trieste, alla partenza della settima edizione della Regata Internazionale dell’Europa Unita, proprio per ricordare Filippo, così come aveva chiesto di fare la Federazione italiana di canottaggio per tutte le competizioni in programma nel week-end appena passato e in quello che verrà.

Nel frattempo continuano a scorrere nella mente tanti ricordi legati al cernobbiese, cresciuto sportivamente nelle file della canottieri Moltrasio. «Sei arrivato alla canottieri a 13 anni, eri scoordinato, niente corsa per male alle ginocchia, ma quando salivi sul remoergometro la ventola la facevi girare e la barca a pochi colpi si muoveva – ha ricordato il suo allenatore Alberto Tabacco - quando un atleta arriva ai massimi livelli è facile dire “io lo sapevo”, io invece non mi sarei mai immaginato che saresti arrivato così in alto. Abbiamo sempre cercato di darti il massimo delle nostre capacità».

I ricordi

E ancora: «Potrei scrivere pagine di ricordi, è stato bello andare con te sulle montagne russe, è stato bellissimo arrivare sul punto più alto, ma l’ultima discesa che abbiamo fatto ci è stata fatale. Ma si va sempre avanti e perciò tu sali in alto dove solo i grandi come te sanno arrivare, io rimango qui a cercare di mettere in pratica la lezione che mi hai dato: non mollare mai fino all’ultimo colpo».

Molto belli anche i pensieri che gli hanno dedicato i compagni della barca olimpica, che a Tokyo terranno alti i colori della Nazionale sapendo di avere dalla loro parte una spinta in più, quella del “Mondo”.

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