Chiedeva i tamponi per gli anziani
«Papà è morto senza sapere perché»

Il triste epilogo della segnalazione di Gabriele Lorenzoni di Moltrasio per gli ospiti di Dizzasco. «Provo rabbia per quanto successo a mio padre Giorgio. Non ho potuto neppure fargli visita»

Non ce l’ha fatta Giorgio Lorenzoni, 81 anni di Moltrasio, ospite nella casa di riposo Sacro Cuore di Dizzasco.

L’uomo, noto in paese per la presenza alla “Trattoria del Fagiano” di Tosnacco che aveva aperto il figlio Gabriele e nella quale aveva lavorato, si è spento nelle ultime ore e ormai da qualche giorno manifestava i sintomi del coronavirus con febbre alta ma, in assenza di tamponi, non si avrà mai la certezza che la causa della morte sia da addebitare al nemico invisibile. «È morto senza sapere perché» dice oggi Gabriele Lorenzoni.

Dolore

Per la moglie Wilma e il figlio Gabriele, oltre al grande dolore per la perdita, si aggiunge la tristezza di non aver potuto stare vicino a Giorgio nei suoi ultimi giorni, non averlo visto un’ultima volta e non poterlo accompagnare nel suo ultimo viaggio.

Era stato proprio Gabriele, il 5 aprile scorso, a segnalare la delicata situazione nella casa di riposo, con diversi pazienti che presentavano febbre alta.

Il moltrasino si era rivolto al sindaco del suo paese Carmela Ioculano, che fa anche parte della Comunità Montana che a sua volta aveva segnalato la situazione al prefetto di Como e in Regione Lombardia; il giorno dopo erano arrivati al Sacro Cuore 30 tamponi, per il personale.

«Pare ci siano diverse persone nella rsa con febbre alta - raccontava Gabriele Lorenzoni al nostro giornale - Dovrebbero dare la precedenza con i tamponi alle case di riposo visto che gli anziani sono considerati i più a rischio, ma sembra che non possano fare nulla»

Ma Giorgio Lorenzoni, purtroppo, che era ospite nella struttura da circa tre anni, non si è più ripreso da quella febbre: sono in molti, ora, a ricordarlo con affetto a Moltrasio. A luglio dello scorso anno era stata organizzata una piccola festa di compleanno per i suoi 81 anni e la famiglia non avrebbe mai immaginato questo triste epilogo, fino a quando non è sopraggiunta la febbre.

I valori

«Era il classico uomo tutto d’un pezzo – racconta Gabriele – Una persona d’altri tempi. Ci teneva agli orari, ai sani principi, mi ha insegnato l’onestà. Sotto sotto, però, era un tenerone: con mia mamma, si scioglieva come il cioccolato al sole. Un uomo di cuore, sempre disponibile con tutti, una persona per bene».

A Wilma sarebbe stato concesso di entrare per soli cinque minuti al Sacro Cuore, con tutte le protezioni del caso, e salutare un’ultima volta il suo Giorgio prima che si spegnesse, ma Gabriele ha preferito evitare.

Precauzione

«Ormai mio papà era già in coma. Non ho voluto che mia mamma entrasse anche perché ho ancora la nonna di 99 anni, temevo potesse portare il virus a casa nonostante tutte le precauzioni – spiega il moltrasino – provo molta rabbia per tutta questa situazione. Mio papà era conosciuto in paese: ho aperto la trattoria a 22 anni, poi l’abbiamo portata avanti tutti insieme. È un dolore pazzesco, non ho nemmeno potuto recarmi in visita in quest’ultimo periodo, era davvero un brav’uomo».

Purtroppo sono già molte, in tutta Italia, le vittime nelle case di riposo e la speranza di Gabriele è che nessun altro debba provare questo dolore, anche se la guerra appare ancora lunga.

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