Comasca, vive in Israele
«Vaccinati anche i giovani»

Camilla Santambrogio, 28 anni, da tre lavora a Tel Aviv: «Dose e passaporto sanitario pure per me»

Se in Italia la campagna vaccinale stenta a decollare, c’è una nazione che oggi può guardare con ottimismo al futuro. Israele è pronta a ripartire e chiudere la parentesi dell’emergenza sanitaria.

Oltre la metà della popolazione, pari a 5 milioni circa di persone, ha ricevuto almeno una dose di vaccino ed è iniziata la distribuzione del Green pass, una sorta di passaporto vaccinale. A testimoniare questo ritorno alla normalità in terra è una giovane comasca, Camilla Santambrogio, che a Israele vive e lavora e che, a soli 28 anni è già stata vaccinata.

«Da 3 anni mi sono trasferita a Tel Aviv dove lavoro come project manager in una start-up di digital software marketing e vivo con il mio ragazzo israeliano - racconta Camilla - oggi si respira un’aria nuova. La vaccinazione a tappeto sta mostrando chiari segni di successo: i ricoveri sono drasticamente diminuiti, le persone con più di 80 anni sono state già tutte vaccinate ed è in costante aumento il numero delle persone sottoposte alla seconda dose di vaccino».

La campagna vaccinale in Israele ha avuto inizio a metà dicembre. «La macchina si è messa in moto il 20 dicembre - prosegue la comasca - Nella prima fase i vaccini erano destinati al personale sanitario, alle persone di età superiore a 65 anni e ai malati cronici. Io, ventottenne e straniera con permesso di lavoro, ho ricevuto la prima dose il 7 febbraio e la seconda il 28 febbraio. Vaccinarsi è molto semplice, veloce e gratuito per tutti. Il 6 febbraio ho contattato la mia assicurazione sanitaria che ha prenotato la mia prima dose per il giorno successivo. Il governo israeliano ha riadattato centri per congressi, capannoni riservati ad eventi, qualsiasi grande spazio disponibile per somministrare il vaccino».

L’organizzazione prevede pochi appuntamenti per volta, ma veloci per evitare assembramenti. «Io ad esempio ho impiegato 5 minuti per registrarmi all’ingresso ed essere vaccinata. Il vaccino che mi è stato somministrato è Pfizer Vaccine Bnt 162b2». Come confermato dalla giovane, si stima che la metà degli israeliani abbia ricevuto la prima dose e un terzo la seconda. Chi è straniero non ha diritto alla vaccinazione, a meno che non abbia stipulato un’assicurazione sanitaria.

«Ci sono evidenti differenze con la situazione italiana - spiega Camilla - in Israele, una settimana dopo la seconda dose di vaccino si può ottenere il “Green Passport , un certificato di avvenuta vaccinazione che per ora permette di non essere obbligati ad andare in isolamento in caso di contatto con un positivo di ingresso in Israele da una zona rossa». Si è comunque obbligati a indossare la mascherina in ambienti pubblici e a mantenere il distanziamento sociale». F. Sor.

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