Como, 800 bimbi in meno alle elementari
Calo demografico, posti di lavoro a rischio

Scende anche il numero degli iscritti alle scuole dell’infanzia della provincia - I sindacati: «Si rischiano accorpamento delle classi e in prospettiva una riduzione dei docenti»

I numeri sono impietosi. Negli ultimi quattro anni, gli iscritti in prima elementare sono diminuiti di circa ottocento bambini.

Se guardiamo i dati elaborati dall’Ufficio scolastico regionale, a settembre 2020, in provincia di Como, per quanto riguarda gli istituti statali, i nuovi alunni della primaria saranno 4560. In leggero calo rispetto al confronto con quest’anno scolastico in corso, la differenza è di venti unità, ma in picchiata rispetto al 2016-2017 dove furono ben 5378. Totale: 818 bambini in meno.

Anche nel Comasco, quindi, il calo demografico sta svuotando le scuole : nel 2018-2019 si contavano 6236 bambini all’infanzia e 25667 alle elementari. A settembre di quest’anno, in provincia, il numero è sceso di 152 unità all’infanzia e ben 603 alla primaria.

Mentre alle medie il numero è stabile (il calo è “solo” di undici bambini), crescono le superiori con un più 250 frequentanti. In totale, considerati ogni ordine e grado, in dodici mesi si sono seduti in classe cinquecento bambini in meno. I numeri, insomma, parlano chiaro. «Per quest’anno – spiega Gerardo Salvo, segretario Uil Scuola del Lario – si abbassa il numero di studenti per classi, diminuendo la media attorno a 24. In questo modo, ed è un bene, si riducono al minimo le cosiddette classi pollaio. Però, è a corto raggio: una volta scesi al di sotto dei venti alunni per classe, si rischia l’accorpamento delle classi. In prospettiva, serviranno meno docenti e, in generale, meno personale scolastico».

In linea ipotetica, ai pensionamenti futuri non corrisponderà un identico numero di nuovi ingressi. Diminuirà la disponibilità di posti di lavoro. «Una ripercussione arriverà anche sul personale “ata” – specifica Salvo – abbassando il numero dei collaboratori, si dovrà comunque tenere lo stesso grado di pulizia e sorveglianza».

Sulle ripercussioni future, gioca un ruolo importante la distribuzione geografica: «Questa è l’onda lunga che sta arrivando – commenta Albino Gentile, segretario della Cisl scuola dei Laghi – infatti, mentre crescono di poco i numeri alle medie e alle superiori, diminuiscono di tanto all’infanzia e alla primaria. Dipende come si collocherà il fenomeno: se ci saranno zone più colpite, allora la ricaduta si farà sentire parecchio. Altrimenti, se è più omogenea, il colpo dovrebbe sentirsi meno». Le stime parlano di un continuo calo anche nei prossimi cinque anni e pure nelle regioni del Nord. Purtroppo – conclude l’assessore del Comune alle Politiche educative Alessandra Bonduri – il trend demografico è il segno di un decennio difficile. Sicuramente ha una ricaduta anche economica. Per invertire la tendenza, servono politiche nazionali ad hoc. Circa i servizi, il nostro obiettivo è investire nelle politiche educative e abbiamo dato un segno con la riapertura dell’Informa giovani e dell’Oasi di Rebbio».

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