Como: altri 17 morti
Due di loro avevano
meno di 50 anni

Calano i tamponi e cala il numero dei positivi: 316 Resta alta la pressione sugli ospedali del territorio. Una settimana decisiva per il futuro delle “zone rosse”

In una domenica in cui a tenere banco sono i dibattiti su cenoni e spiragli natalizi e sulla presunta “svolta” - intesa come regresso della pandemia - in provincia di Como l’aria resta pesante: i morti per coronavirus sono 17 (sabato erano stati 18), due dei quali sotto i 50 anni, per un totale di 943 vittime dall’esordio dell’epidemia, lo scorso inverno.

Scende il numero dei nuovi positivi, 316, con una preponderanza di casi (111) nella fascia anagrafica compresa tra i 25 e i 49 anni: i nuovi positivi erano stati 655 sabato e 948 venerdì. Questa settimana si capirà se il trend è effettivamente al ribasso, visto che il dato domenicale è tradizionalmente più basso di quello dei giorni feriali.

Il quadro regionale

A livello regionale i nuovi positivi sono stati 5.094: la Lombardia si conferma la Regione più “infetta” d’Italia, sia pure a fronte di una popolazione di gran lunga maggiore: la seguono a ruota la Campania (+3.217), il Veneto (+2.956), l’Emilia Romagna (2.665) e il Piemonte (+2-641).

Il totale delle persone attualmente positive nelle 11 province regionali sale a quota 164.406, mentre con i 165 decessi registrati ieri il numero delle vittime complessive sale a quota 20.524. I casi totali da inizio pandemia, invece, sono 371.610. I guariti/dimessi dall’inizio dell’emergenza sono 186.680. Per quanto riguarda gli ospedali, le persone ricoverate con sintomi sono - sempre a livello lombardo - 8.391, delle quali 949 in terapia intensiva, mentre sono 155.066 i soggetti in isolamento domiciliare.

Secondo i dati regionali, in provincia di Como - tra terapie intensive e non intensive - si contavano, ieri sera, 441 ricoveri negli ospedali dell’Asst Lariana (Sant’Anna, Cantù e Mariano Comense), 25 a Villa Aprica, 80 al Valduce, 80 al Fatebenefratelli di Erba,124 a Menaggio, 26 al Cof di Lanzo, 32 al Moriggia Pelascini di Gravedona. I nuovi ricoveri registrati nella giornata di ieri, sempre a livello provinciale, sono stati 108.

Settimana decisiva

Questa la distribuzione dei nuovi positivi comunicati ieri oltre ai 316 comaschi: 2.208 sono stati registrati a Milano e provincia, 196 a Brescia, 129 a Bergamo, 89 a Cremona, 843 a Monza e Brianza, 211 a Pavia, 326 a Varese, 142 a Mantova, 137 a Lodi, 218 a Sondrio, 197 a Lecco.

Come detto, quella che si apre oggi rischia di rivelarsi come una settimana decisiva, specie alla luce del dibattito innescato in queste ultime ore sulle chance reali di vedersi “declassare” da zona rossa a zona arancione, con la possibilità di riaprire altre attività commerciali (non comunque bar e ristoranti). Molto, al di là dei numeri, dipenderà dall’indice di Rt, che è poi la variabile cui epidemiologi e virologi attribuiscono il peso maggiore, vale a dire il dato che quantifica il potenziale, la forza del contagio: quando è superiore a 1 le autorità sanitarie fanno scattare il livello di allerta.

L’ultimo dato disponibile, dell’altro ieri, dava conto di un indice Rt sceso a 1,18 a livello nazionale, con valori medi nella maggior parte delle Regioni compresi tra 1 e 1,25 (soltanto Lazio, Sardegna e Liguria hanno un indice sotto l’1). L’altro fattore dal quale dipenderà qualunque decisione in termine di allentamento delle misure anti contagio, è quello degli ospedali, sui quali la pressione rimane ancora consistente, e sproporzionata rispetto non soltanto ai posti letto disponibili ma anche alle risorse umane: il numero di medici e infermieri in malattia è ancora alto dappertutto.
S. Fer.

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