Como: «Dovremo dire no
a chi vuole vaccinarsi
Le dosi non bastano»

Influenza: i medici comaschi lanciano l’allarme. Spata: «Tanti lo chiedono fuori dalle categorie a rischio». Rivolta: «Sappiamo già che non ci saranno per tutti»

Non ci saranno vaccini influenzali per tutti, proprio quando la richiesta dalla popolazione registra un’impennata in vista della possibile ripresa dell’epidemia da Covid. E i medici di base saranno costretti a dire molti no.

Le forniture che si aspettano dalla Regione basteranno - su questo c’è abbastanza tranquillità - per coprire le fasce a rischio, che quest’anno sono più ampie perché dovrebbero comprendere gli over 60 (dai 65 il vaccino è garantito), oltre ai bambini, alle donne gravide e alle categorie professionali a rischio (almeno i dipendenti pubblici).

Le briciole

Ma per tutti gli altri resteranno le briciole, anche nelle farmacie, a pagamento, dove al momento è stimato l’arrivo - davvero irrisorio - di una dozzina di dosi per ciascuna. La vaccinazione, lo ricordiamo, al di fuori delle fasce a rischio è molto utile perché - facendo piazza pulita di malesseri dovuti al virus dell’influenza - aiuta a capire se eventuali sintomi febbrili o respiratori sono riconducibili al Covid.

«Sono tanti quest’anno a chiederci il vaccino, anche fuori dalle categorie a rischio - conferma Gianluigi Spata, presidente dell’Ordine dei medici - Il discorso dell’approvvigionamento, ma nnche della tempistica, lo abbiamo già segnalato a luglio alla Regione e lo abbiamo ribadito anche di recente, per il semplice fatto che se vogliamo somministrarli in sicurezza, quindi rispettando tutte le regole relative al distanziamento, è essenziale partire al più presto, perché dovremo dedicare giorni specifici e in alcune situazioni anche luoghi diversi».
I Comuni stanno mettendo a disposizione locali appositi: «Su questo c’è grande sintonia con le amministrazioni locali, ma i vaccini devono arrivare al più presto, perché ci vogliono almeno due settimane prima che facciano effetto. Ora, è vero che in genere l’epidemia esplode a Natale o subito dopo, ma è anche vero che quest’anno siamo in una situazione molto particolare, con i contagi che stanno aumentando, anche se la Lombardia fortunatamente non è più al primo posto. E spero che arrivino davvero vaccini per tutti, perché c’è il problema dell’approvvigionamento delle farmacie per chi non rientra nelle categorie più fragili. Alle qual ovviamente è giusto dare la precedenza, ma dobbiamo garantire la copertura anche degli altri che la vogliono fare».

Pochi e in ritardo

«Sappiamo già da tempo che da noi i vaccini arriveranno in ritardo e non ci saranno per tutti - è d’accordo Enrico Giuseppe Rivolta, segretario regionale del sindacato dei medici Snami - Purtroppo la produzione dei vaccini non è come quella degli altri farmaci, siamo molto sotto. Dalla Regione avremo quelli sufficienti a coprire gli over 60, certo ci sanno problemi a vaccinare quelli i giovani che non fanno parte delle categorie a rischio».
Questo che effetto potrebbe avere sulla gestione della diffusione del Covid e sull’efficacia delle diagnosi precoci? «Non penso che sposti la situazione più di tanto, anche se è vero che più gente si vaccina meglio è. Piuttosto si pone il tema dei tempi e del distanziamento. Anche perché i centri vaccinali sono indietro diversi mesi con le vaccinazioni dei bambini e non potranno supportarci molto».

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